Di Giuliana Molteni   |   14 Aprile 2016
Nonno scatenato: Recensione

 

Una colletta, per favore, per De Niro

Jason (Efron) è un giovane avvocato con un bastone infilato dove comunemente si infila, prossimo alle nozze con una bella e ricca fanciulla, anche lei munita del suddetto bastone in medesima posizione. Jason è ben incastrato nel suo studio legale, lavora per il padre, altro alquanto irrigidito, e per il suocero. Insomma è cotto e mangiato.

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Di Giuliana Molteni   |   03 Giugno 2015
Insidious 3 – L'inizio: Recensione

I fantasmi non muoiono mai

Quando un brand ha successo, si cerca di sfruttarlo il più a lungo possibile, con variazioni minimali rispetto agli inizi, per non scontentare gli acquirenti affezionati. Che detto in altro modo, per estendere il concetto a molto altri campi creativi, sarebbe il famoso "raschiare il barile", fino al fondo e oltre. I due astuti James Wan e Leigh Whannel, artefici nel 2004 della saga Saw, si stanno rimbalzando dal 2010 il progetto Insidious, film che allora aveva riscosso notevole successo, rinnovando il genere con un semplice ritorno alle origini.

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Di Giuliana Molteni   |   20 Marzo 2014
I segreti di Osage County: Recensione

Ritratto di famiglia con esterni

Agosto, Oklahoma, Grandi Pianure, il nulla a perdita d'occhio, sole a picco, afa incombente. Nella soffocante dimora della famiglia Weston, si consumano gli ultimi atti di un lungo matrimonio. I due coniugi sono Violet (Meryl Streep), malata di cancro alla lingua, già un ciclo di chemio a spezzarla, persa nel delirio di paura e antidolorifici, una sigaretta e un whisky sempre in mano, e Bev (Sam Shepard), professore di letteratura, poeta frustrato, uomo vinto, giunto al suo punto di rottura.

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Di Giuliana Molteni   |   14 Novembre 2013
jOBS: Recensione

Credere nell'impossibile
Il Genio, il Guru, il Santo Padre degli oggetti più amati, della tecnologia che ha reso più liberi. Per altri una specie di Genio del Male, l'astuto manipolatore di mercato, il monopolista che subdolamente ha ammaliato i mercati mondiali, schiavizzando le masse nel legame con la dipendenza dai suoi prodotti (altri dicono circa le stesse cose di Bill Gates, consoliamoci). Steve Jobs è morto da solo due anni e già arriva sugli schermi una rispettosa biografia. Con una struttura tradizionale, partendo dalla presentazione dell'iPod del 2001, la narrazione ripercorre la vita di Jobs dai tempi dell'Università in poi, ragazzo adottato che non conosceva i suoi genitori biologici, con la sua caratteristica di girare scalzo (e complessivamente poca igiene, come già si diceva in I pirati di Silicon Valley ma riguardo a Bill Gates, vuoi dire che genio e cattivi odori vanno a braccetto?).

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Di Giuliana Molteni   |   20 Giugno 2013

Il Diavolo, probabilmente?
Muore l'adorato padre dell'adolescente India, in un terribile incidente. Si dispera in cupa solitudine la ragazza, diciassettenne tormentata, sull'orlo dello sviluppo psicologico e fisico. Si materializza dal nulla lo zio Charlie, avventuroso fratello del defunto sempre in giro per il mondo, seducente e seduttivo. Lo guata vogliosa l'instabile madre di India, che sembra vivere il lutto come una liberazione. Si insospettiscono alcune persone del loro giro, che però scompaiono all'improvviso. Possiamo a lungo nutrire dubbi sulla vera natura dell'ambiguo zietto, visto che oltretutto la storia è affidata a Park Chan-Wook, regista noto per le sue efferatezze?

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Di Giuliana Molteni   |   06 Dicembre 2012

Ballare con i lupi
La nostra vita ci appartiene e noi e solo noi vogliamo (vorremmo) decidere se e quando dovrà finire. Nascosto in profondità, sepolto sotto strati di civilizzazione, ringhia ancora l'istinto animalesco a difenderla, anche quando poco prima ci era sembrata così insopportabile da desiderare di farla finita. Un gruppetto di sopravvissuti a un incidente aereo in Alaska inizia una durissima marcia nella neve verso l'agognata salvezza. Sono dipendenti di una società petrolifera, John (Liam Neeson) è un tiratore scelto, addetto a difendere la comunità dagli attacchi dei lupi. Il gruppo, subito messo a durissima prova, per ferite, fame, freddo e soprattutto per l'assedio spietato di un branco di lupi che lo tallona, viene decimato crudelmente, misera carne in fuga sulla tundra gelata. A lottare con più forza sarà quello al quale meno interessa quella vita data da tanti per scontata, così come tutti gli altri personaggi riveleranno risvolti inattesi, opposti all'atteggiamento iniziale, perché è quando si è spinti all'angolo che si dismettono le maschere ed emerge la vera natura.

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Di Giuliana Molteni   |   16 Luglio 2012
Qualcosa di straordinario DVD: Recensione

Una storia vera, straordinaria
Bella storia vera, che può piacere a grandi e piccini, arriva in homevideo Qualcosa di straordinario (Big Miracle), perché di un miracolo davvero si è trattato, la salvezza di tre balene rimaste imprigionate sotto uno spesso strato di ghiaccio al largo di Barrow, Alaska, che impediva loro di tornare in mare aperto. Nell'edizione su DVD Universal l'immagine è ottima, sempre dettagliata e vivida nella resa delle tonalità naturali della fotografia originale, nel bianco abbagliante delle distese di neve e ghiaccio e negli interni con luce artificiale più morbidi e con qualche traccia di grana.

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Di Giuliana Molteni   |   23 Maggio 2012
J. Edgar Blu-ray: Recensione

 

Dietro le quinte del potere 
J. Edgar Hoover è stato uno dei personaggi più influenti del secolo scorso, una vera eminenza grigia rimasta dietro le quinte del potere degli Stati Uniti per più di cinquant'anni. Clint Eastwood ne ha fatto un ritratto molto soft, che però merita la visione anche per la nota classe con cui questo autore realizza i suoi film. L'edizione su Blu-ray Warner presenta un'immagine ottima per definizione e dettaglio, nel pieno rispetto della fotografia originale, dalle tonalità scure e calde, con una leggera e costante grana.

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Di Giuliana Molteni   |   22 Febbraio 2012
Qualcosa di Straordinario: Una storia vera, straordinaria
Qualcosa di straordinario racconta una storia vera, che i meno giovani ricorderanno bene. Nel 1988 tre balene erano rimaste incautamente imprigionate sotto uno spesso strato di ghiaccio al largo di Barrow, Alaska, che impediva loro di tornare in mare aperto. Per respirare si davano il turno in una buca che era rimasta aperta nel terreno, ma che si stava velocemente chiudendo. Del loro dramma si accorge casualmente un giovane reporter locale in cerca di fama, che riesce a far arrivare il suo servizio in televisione. La prima a mettersi in movimento è Rachel, attivista di Greenpeace, impegnata in quel periodo a difendere quella zona dalle trivellazioni petrolifere. Il Governo di Reagan infatti aveva appena concesso ad un petroliere le concessioni (problema annoso che si trascina fino ai nostri tempi). A quel punto la notizia dilaga di rete in rete e si diffonde nel mondo, grazie all’afflusso sul posto di una schiera di giornalisti e televisioni mai vista. Non erano tempi di banda larga, di social network o di smart phone e una simile diffusione, un simile coinvolgimento planetario, era davvero impressionante.
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Di Giuliana Molteni   |   03 Gennaio 2012
J. Edgar Hoover è stato uno dei personaggi più influenti del secolo scorso, una vera eminenza grigia rimasta dietro le quinte del potere degli Stati Uniti per più di cinquant’anni, lungo otto presidenze, due guerre mondiali, la Corea e il Vietnam. La sua figura è cresciuta dall’America del proibizionismo, dei gangster alla Public Enemy, della lotta ai sovversivi (comunisti o anarchici), acquistando fama con il caso del rapimento di Baby Lindbergh e la successiva, conseguente creazione del Federal Bureau of Investigation. Dopo gli anni del miracolo economico del dopoguerra, sono arrivati poi i tempi del disordine sociale, dei figli dei fiori, della liberazione sessuale e delle lotte per i diritti civili, culminati nell’uccisione di Luther King e degli odiatissimi Kennedy, per terminare la corsa a 77 anni sugli scandali di Nixon. Hoover, a quei tempi mediaticamente poco chiacchierato, si è mosso in mezzo a sommovimenti sociali colossali, dalla grande depressione al ‘68, battendosi contro anarchici e figli dei fiori con uguale odio e disprezzo. Molte sono infatti le cose negative che si possono dire su di lui. Di positivo solo (anche se non è poco) di aver intuito il valore dei metodi scientifici e tecnologici nelle indagini e di essere riuscito a creare un corpo di Polizia federale, divenuto nelle sue mani uno straordinario strumento di potere. Hoover usava disinvoltamente l’FBI anche per scopi personali, per acquisire, anche al di fuori dei limiti fissati dalla legge, il materiale con cui poteva esercitare pressioni, con ricatti più o meno sotterranei. Famosa e temutissima la sua raccolta di dossier (come si favoleggia del nostro Andreotti), andata distrutta dopo la sua morte.
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