La Grande Illusione
Negli anni ’70 un fantasma si aggirava per il mondo occidentale, quello della rivoluzione, politica, sociale, sessuale (perché il personale è politico). Quale strumento sembrava allora più repressivo e nefasto per le vite dei futuri cittadini, più ancora dei governi autoritari? La Famiglia. Hanno allora preso vita tanti progetti, specie nei paesi anglosassoni e nel Nord Europa, importati con scarsa diffusione nel nostro cattolico paese. E forse non è stato un male.
Non è mai stato facile
Sarebbe bene ogni tanto ricordarsi che ogni diritto conquistato e dato ormai per scontato è costato lotte, sacrifici, talvolta sangue, e dolori e lacerazioni nelle vite di chi si è esposto per lottare per rivendicazioni delle quali poi hanno usufruito anche quelli che le lotte non le hanno fatte, che forse addirittura le hanno osteggiate, ostacolate. Ma così va il mondo e quindi ben vengano film come Suffragette, che parla delle lotte delle donne nei primi anni dello scorso secolo, per ottenere il diritto di voto.
Un faro nel buio
1976: erano ancora gli anni in cui un Cardinale in limousine si portava via dal Distretto di Polizia il suo prete accusato di molestie su minori. Minori tutti accuratamente scelti fra i più poveri e con le famiglie più problematiche, troppo deboli per potersi difendere, impossibilitati ad affrontare costose cause legali nel caso avessero deciso di denunciarli. A Boston nel 2001 arriva un nuovo direttore per lo storico quotidiano Globe e l’aria che tira è subito nuova.
La vendetta arriva da lontano
Nella solita, confortevole casa per anziani benestanti, dove ciascuno ha il suo appartamentino per crepare felice in mezzo ai suoi ricordi, si risveglia agitato Zev (Christopher Plummer), vecchissimo ospite, tenuto da un po' sedato a causa della morte dell'amatissima moglie. La demenza senile lo ha reso smemorato soprattutto ai risvegli, che avvengono in modalità Memento, azzerando tutto quanto successo nel breve.
Due storie in una fotografia
Le foto raccontano storie ma hanno esse stesse una propria storia. Life in inglese significa vita ma Life è anche il nome di una delle riviste più celebri, basata sul fotogiornalismo, che rendeva vere e proprie celebrità i fotografi pubblicati. Per intenderci, è la rivista in procinto di chiudere in cui lavorava Walter Mitty nell'omonimo, recente film. Nel 1955 Dennis Stock (27 anni) era un giovane fotografo profondamente in crisi, giovane padre già separato, con grossi problemi economici, una carriera ancora in attesa di definizione.
Quando il messaggero porta pena
Certe volte il nostro destino prende pieghe inaspettate e talvolta nemmeno determinate da noi, se non in minima parte. Nel prologo del film ci viene fatto notare lo strano parallelismo fra il conflitto in Nicaragua negli anni '80, l'avvio su larga scala della "guerra alla droga" (costosissima per i cittadini, come già mostrato nel documentario Come fare soldi vendendo droga), sotto le presidenze Reagan e Carter, e l'abnorme impennata nel consumo di cocaina e crack derivato, che in quegli anni aveva invaso le strade di South Central a Los Angeles, oltre che il resto del paese.
Un posto nella società
Val è stata per più di dieci anni la vice mamma in una ricca famiglia di San Paolo, più mamma lei di quella vera per Fabinho, ormai diciottenne ma ancora affettuoso e coccolone. Val è stimata e amorevolmente trattata da Donna Barbara, una bruttona trend-setter tallonata dai mass media. Ma i soldi sono della famiglia del marito Carlos, ex pittore ormai depresso. Val passa dal ruolo di vice-madre a quello di cameriera in grembiule inamidato durante i ricevimenti, a quello di cuoca e di coordinatrice del gruppo di addetti alle pulizie della casa, con grande efficienza e disinvoltura.
Boulevard of broken dreams
Nella caccia alla volpe, crudele passatempo definito "sport" dai riccastri che lo praticano, si lascia libero l'animale dandogli un po' di vantaggio, illudendolo della ritrovata libertà, per poi scatenargli dietro cani e cacciatori a cavallo. Il film Foxcatcher, diretto da Bennett Miller, dopo Capote e Moneyball, racconta una nuova "storia vera", quella che negli anni '80 ha visto protagonisti Mark e Dave Schultz, campioni di lotta libera, due fratelli che non avevano altro che se stessi, e uno che aveva tantissima, all'apparenza tutto: il multimiliardario John du Pont, rampollo di altissimo lignaggio di una di quelle famiglie su cui è fondato il cuore Wasp degli Stati Uniti (industrie chimiche, armi).
Vale la pena rinascere?
Nelly è stata finita con un colpo di pistola alla testa da un nazista ad Auschwitz, appena prima si essere liberata. Sopravvive però, e, raccolta da Lena, un'amica fidata, viene sottoposta a una serie di interventi chirurgici che le ricostruiscono un nuovo viso, diverso da quello precedente. Anche il resto della sua vita nella Germani liberata non è più quello di prima, specie dopo le esperienze traumatiche della prigionia, di cui lei non parla perché nessuno chiede, perché nessuno vuole sapere.
Mors tua vita mea
Uniti si vince, divisi si perde (Pink Floyd) oppure "proletari di tutti i paesi unitevi" (Marx) e anche El pueblo unido jamàs sera vencido! Ma i proletari sono sempre stati poco uniti e i padroni bravissimi a dividerli. Quando Sandra torna al lavoro dopo una depressione, il proprietario della piccola fabbrica (16 dipendenti) propone ai suoi colleghi un referendum: se vogliono il loro bonus annuale di 1000 euro dovranno accettare il licenziamento della giovane donna.