Stoker: Recensione

Di   |   20 Giugno 2013

Il Diavolo, probabilmente?
Muore l'adorato padre dell'adolescente India, in un terribile incidente. Si dispera in cupa solitudine la ragazza, diciassettenne tormentata, sull'orlo dello sviluppo psicologico e fisico. Si materializza dal nulla lo zio Charlie, avventuroso fratello del defunto sempre in giro per il mondo, seducente e seduttivo. Lo guata vogliosa l'instabile madre di India, che sembra vivere il lutto come una liberazione. Si insospettiscono alcune persone del loro giro, che però scompaiono all'improvviso. Possiamo a lungo nutrire dubbi sulla vera natura dell'ambiguo zietto, visto che oltretutto la storia è affidata a Park Chan-Wook, regista noto per le sue efferatezze?


Fra simboli riguardanti il passaggio all'età matura, matura per il sesso e per aprire gli occhi sul mondo, l'uomo si insinuerà come un "demone sotto la pelle" di India, che scoprirà una "linea di sangue" lungo la quale scegliere la propria vita, come "un fiore che sceglie il proprio colore". Questo primo film in inglese di Park Chan-wook (Mr. Vendetta, Old Boy, Lady Vendetta, Thirst) è tratto da una sceneggiatura scritta da Wentworth Miller, il fratello altruista fino all'autolesionismo di Prison Break, sotto lo pseudonimo Ted Foulke, finita nella Black List del 2010, fra i migliori script non ancora portati sullo schermo. Non ci sono oscure creature del buio, come il titolo ambiguamente vorrebbe far credere, le anime nere vivono e si aggirano tranquille alla luce del sole, in attesa di rivelarsi. Il mondo è un brutto posto, pieno di infelicità, frustrazione, soprusi, violenza, dentro e fuori dalla famiglia, bisogna accettarlo e armarsi per reagire. Ma fino a che limite? Davanti alla protagonista, pur lastricata dei buoni insegnamenti del previdente padre, si apre una discesa agli inferi, che inferi tanto non sono perché il "paradiso" sulla terra era forse peggio. Molto ben scelta Mia Wasikowska, in versione bruna e dimessa. Matthew Goode sgrana gli innocenti occhioni azzurri, in attesa di svelare la sua vera natura. Su Nicole Kidman non si riesce ormai a dare giudizi, data l'irreale maschera che è diventata la sua faccia. La regia è personale, riconoscibile, nella scelta dei colori, delle inquadrature, delle dissolvenze, delle prospettive, anche dei suoni e delle musiche (splendida la fotografia di Chung-hoon Chung, abituale collaboratore del regista, la bella colonna sonora è composta da Clint Mansell, mentrePhilip Glass ha scritto il tema che India suona al pianoforte con lo zio, in una morbosa e anomala scena di seduzione). Aleggia l'ombra di un grande, Alfred Hitchcock, cui non nega di rendere lo stesso Park Chan-Wook. Originale e metaforico anche il dettaglio riguardante le scarpe di India, ricevute in regalo una per ogni compleanno, sempre uguali, maschili e bicolori, ogni anno di misura diversa, fino al momento in cui una decolletè col tacco segnerà il suo passaggio di condizione, da ragazza a donna, come una Cenerentola con il suo Principe sbagliato.

Giudizio

  • These shoes are made for walking
  • 7/10

Galleria immagini

  • Click to enlarge image stoker.jpg
  •