Che sensazione di leggera follia
Le statue ci guardano, mentre ignari ci arrabattiamo per tirare a campare, chi correttamente, chi meno, commentando sconsolate lo spettacolo sconfortante offerto da una società ben lontana dagli ideali, dai valori per i quali i personaggi immortalati hanno vissuto e meritato il monumento su cui si ergono solitari, Verdi, Garibaldi, Leopardi e anche un meno stimabile Cavalier Cazzaniga. Leo, un idraulico prematuramente vedovo, si barcamena faticosamente tra il suo lavoro e la non facile impresa di crescere i due figli adolescenti, Maddalena ed Elia, assistito nel suo immaginario dalla presenza della defunta moglie Teresa, che gli appare e scompare nei momenti più impensati. Per colpa di un video erotico girato di nascosto dal fidanzato mascalzone di Maddalena e messo a sua insaputa in internet, Leo è costretto a rivolgersi all'avvocato Malaffano, quasi un nomen omen, un personaggio truffaldino dai traffici loschi.
I killer nella New Economy
L'America non è una nazione, è un business. E non c'è popolo, non c'è comunità, non ci sono amici, tutti sono soli e l'unica cosa a valere sono i soldi. Questo è il pensiero di Cogan (Pitt), "regolatore" di conti, un Mr Wolf che viene chiamato per sistemare uno sgarbo nella più squallida periferia di New Orleans. Due balordi sono stati ingaggiati da un delinquente da quattro soldi, che arrotonda con illeciti vari gli incassi della sua lavanderia, e hanno rapinato una bisca, il cui proprietario è uno già compromesso da uno sgarro passato. I proprietari del business, che resteranno sempre nell'ombra, definiti solo "loro", incaricano un grigio avvocato (Jenkins) di organizzare l'adeguata punizione. Lui ingaggia Cogan, un sobrio professionista, con la capacità di eseguire ordini che non condivide, di adeguarsi a strategie per lui sbagliate. Nello svolgimento della sua attività, le persone non esistono, sono solo pedine da spostare per ottenere il risultato migliore con il minor rischio possibile, evitando le complicazioni, comminando il castigo pattuito senza infliggere inutili sofferenze.
Un'emozione viva
Celebration Day è la ripresa del concerto dei Led Zeppelin, tenuto a Londra il 10 dicembre 2007 alla 02 Arena, in memoria di Ahmet Ertegun, mitico fondatore dell'Atlantic Records. Con l'ottima regia di Dick Carruthers, uno che di live se ne intende, e un suono in DD 5.1capace davvero di emozionare quasi come dal vivo, l'evento viene presentato da Nexo Digital insieme a Warner Music per un giorno solo nei cinema (il 17 ottobre, sold out quasi dovunque), mentre dal 20 novembre sarà disponibile in varie sontuose edizioni per l'homevideo (Blu-ray, DVD, vinile e CD in varie combinazioni). I Led Zeppelin non suonavano insieme dal 1980, dopo essersi sciolti successivamente alla morte del loro batterista John Bonham. In sole altre quattro occasioni si erano ritrovati insieme, per eventi commemorativi o celebrativi, mentre il loro appeal non smetteva di trasmettersi di generazione in generazione. Di certi artisti il tempo fa giustizia, castiga chi era un prodotto di marketing, chi era solo una moda, perché sotto il travestimento...niente.
Non solo un Uomo Nero
Negli Stati Uniti ogni anno scompaiono 800.000 bambini, di questi 1000 non vengono mai più ritrovati. Incontriamo Jessica Biel, volto sanguinante e tumefatto in un commissariato di Polizia di provincia. Solo 36 ore prima era cominciato il suo calvario, come sapremo nel flash back che subito ha inizio. Julia è ostetrica e infermiera tutto-fare nella depressa cittadina di Cold Rock, un luogo ormai di arcaico abbrutimento, caduto nella miseria materiale e spirituale dopo la chiusura della locale miniera, assediato da degrado, rifiuti, sporcizia. Nel tempo 18 bambini sono semplicemente spariti nel nulla, si favoleggia rapiti da un misterioso "uomo alto" (The Tall Man, come da titolo originale). La giovane donna, nella sua bella casa vittoriana sul limitare del bosco, fortezza contro il nulla che la circonda, custodisce il suo tesoro più caro: il figlioletto rimastole dopo la scomparsa del marito. O almeno così sembra. Naturalmente una notte sparisce anche lui e la madre si getta al suo disperato inseguimento.
Perché ne deve restare solo uno
Edizione su Blu-ray davvero da grandi occasioni, per Hunger Games. Ad alzare il voto finale sul prodotto contribuisce un'edizione ottima dal punto di vista tecnico, arricchita da tanti extra da avere meritato un secondo disco. L'immagine è sempre nitida e dettagliata, nei limiti delle scelte della fotografia originale, che comprende anche molte concitate riprese con la camera a spalla. Rispettate anche le tonalità originali, molto naturali nel mondo della protagonista, sature invece nei palazzi del Potere. L'audio italiano in DD 5.1 offre una discreta resa dell'ambiente, con effetti e musiche in evidenza e dialoghi sempre nitidi, nel coinvolgimento di tutti i canali. Ma è niente a confronto con il DTS HD Master Audio 7.1 originale, davvero spettacolare, che assicura un'immersione nella scena completa, per la potenza e il fine dettaglio restituito dai vari diffusori.
Attenzione ai "normali"
L'ambiente dello stop motion è un giro di simpatici pazzoidi, di geniali artisti disposti a perdere anni della vita per realizzare film in cui, un centimetro alla volta, si muovono pupazzi costruiti con certosina cura, con i materiali meno tecnologici immaginabili, cartone, peli, capelli sintetici, pezzi di spugna, fil di ferro, spilli, pezzi di pelle e di tovaglioli di carta, fango, plastilina. In tempi di computer grafica più vera del vero fanno quasi tenerezza, come vecchi dinosauri di un mondo in estinzione, oggetto di culto ristretto da parte di chi si rende conto di cosa c'è dietro ogni lavoro realizzato con questa tecnica. Lo stop motion, nato nel 1898, ha trovato i suoi massimi rappresentanti in Willis Harold O'Brien, dagli anni '20 in poi, e in seguito nel suo discepolo, il mitico Ray Harryhausen, per essere riportato poi in auge da Tim Burton. Parlando di questa tecnica, vanno menzionati anche l'ungherese George Pal, che scolpiva nel legno le sue creazioni, e gli autori della serie Wallace & Gromit, che sono Lord, Sproxton e Park.
Non è un paese per poveracci
Texas: cieli senza fine percorsi da ragnatele di scariche elettriche, a terra casupole e baracche di lamiera, caldo torrido e diluvi, bifolchi, spacciatori, delinquenti e puttane. Chris (Emile Hirsch) è un miserabile spacciatore che convince il padre (Thomas Haden Church), un operaio rimbambito da alcol e droga, a far disinvoltamente ammazzare l'ex moglie, un pessimo soggetto pure lei. Incasseranno e si divideranno 50.000 dollari, l'assicurazione sulla vita, intestata alla figlia Dottie (Juno Temple), una ragazzina un po' lenta di comprendonio, che vive con lui e la seconda moglie, una trucissima cameriere di infimo livello (Gina Gershon). Per farlo assumono un killer, Joe Cooper (Matthew McConaughey), che è un poliziotto dal doppio lavoro, metodico e ben organizzato, molto affidabile. L'uomo però vuole una caparra e si prende Dottie, che lo incanta con la sua ingenuità di vergine. In un'escalation di follia collettiva, tutto andrà storto, peggio che al più fallito dei personaggi dei Fratelli Coen.
Questo piccolo grande amore
Guido e Antonia sono una coppia normale. Forse però a essere normali, per gli standard odierni, sono i loro vicini di casa, una coppia con figli e vasto parentado, dei romani chiassosi e volgari, palestrati, tatuati, siliconati, o magari gli aggressivi frequentatori dei locali della città meno turistica. O forse ancora bisognerebbe ridefinire il concetto di normalità. Infatti Guido per i canoni attuali è uno strambo, un eccentrico, laureato in letteratura latina tardo-antica, uno che ama le parole e le sceglie con cura, esprimendosi con una ricchezza lessicale che lo fa percepire immediatamente come diverso. Per amore di Antonia è rimasto a fare il portiere di notte in un albergo, mentre avrebbe potuto avere una brillante carriera all'estero. Antonia, che per portare a casa uno stipendio lavora al banco di un autonoleggio, è una che per amore ha messo la testa a posto. Era infatti una cantautrice punk/rock, che passava di locale in locale per le sue esibizioni, con una vita turbolenta e disordinata.
Giù le mani dalla famiglia
Guai a far arrabbiare Bryan, cinquantenne ancora molto in forma, per anni nei servizi segreti USA come "preventore", ai massimi livelli di professionalità, in pensionamento a L. A. per stare vicino all'ex (ancora amata) moglie e alla figlia post-adolescente, nei cui confronti è accusato di essere iperprotettivo. Ma meglio così. Lo avevamo infatti visto nel film precedente, quando aveva messo a ferro e fuoco Parigi per riprendersi la ragazza, incautamente rapita da una bieca congrega di trafficanti di carne umana, che aveva giustamente massacrato durante il recupero. Figurarsi dunque la sua reazione, quando a essere sotto tiro è tutto il suo circolo degli affetti, il suo nucleo famigliare al completo. Dal misero paesino dove sono stati riconsegnati i corpi dei defunti, con strazio dei parenti (nessuno che si interroghi sulla cattiva educazione impartita ai pargoli) parte la Vendetta.
Le maschere di Burton-Depp
Edizione su Blu-ray Warner ricca di extra per Dark Shadows, nuova fatica di Tim Burton, ottava tappa della collaborazione quasi matrimoniale fra lui e Johnny Depp. L'immagine è sempre nitida e ben definita nella riproduzione della bella fotografia originale, mai troppo tagliente nelle sue dominanti cupe, mentre spazia fra colori desaturati e altri più pop. L'audio è di buona potenza, molto più brillante nell'originale, sempre ottimamente distribuito nella resa costante di ambiente, musiche ed effetti sonori, con il subwoofer spesso impegnato a rendere la scena più coinvolgente, come durante gli scontri fra il protagonista e la sua amata-odiata. Dialoghi sempre nitidi. Extra soddisfacenti per quantità e qualità, anche se la serie di speciali, che costituisce un esauriente making of, dura in tutto poco più di mezz'ora.