Express Yourself!
Strike a pose: imperativo rivolto dal fotografo ai propri soggetti, necessità più volte riscontrata nella vita. Mettiti in posa, datti un atteggiamento. La “posa” della vita i ballerini del film omonimo l’hanno trovata con Madonna, quando nel 1990 sono stati selezionati per il Blonde Ambition Tour, che mirava, e con successo, a scandalizzare con i suoi riferimenti sessuali, con le sue dissacrazioni religiose, con tutte le provocazioni tipiche della star.
Corri ragazzo laggiù
I Am Bolt è un bel documentario che ripercorre l’incredibile carriera del grande velocista, senza cercare il dramma, senza accentuare le sofferenze, senza accanirsi su eventuali incidenti di percorso, senza speculare su facili elementi per suscitare empatia. Perché non è necessario. Bolt è un personaggio che nella sua mancanza di eccessi, di scandali, di gossip, trova tutta la sua forza, accumunando in un’approvazione unanime tecnici e pubblico.
Qualcosa deve cambiare
This Changes Everything potrebbe essere la frase che è echeggiata nella mente di tutti, in questi giorni, dopo l’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti d’America, anche se in senso diverso a seconda che si fosse oppositori o sostenitori dell’umorale personaggio. This Changes Everything è anche il titolo di un documentario diretto da Avi Lewis (già autore dell’interessante The Take), ed è tratto dal libro Una rivoluzione ci salverà (Rizzoli, 2015) di Naomi Klein, che è anche voce narrante nella versione originale.
“Siamo stati gli ultimi, siamo stati i più grandi”
Si sono messi insieme nel 1991, nel 1993 hanno trovato un produttore, nel ’94 il loro terzo singolo, Live Forever, li ha portati all’attenzione del pubblico mondiale, poco dopo e faticosamente hanno messo insieme il primo album di studio, Definitely Maybe, e sono esplosi. Il mondo è impazzito, è arrivato (What’s the Story) Morning Glory?
Il nostro passato glorioso
Con tempismo perfetto Nexo Digital distribuisce Botticelli - Inferno, quasi in contemporanea con il film Inferno, che ruota intorno al suo notissimo dipinto. Il documentario ricostruisce la storia dell’immaginosa opera, che illustra tutti i gironi danteschi, commissionata a Botticelli intorno al 1440 da Lorenzo di Pierfrancesco de Medici, bis-cugino di Lorenzo il Magnifico, che insieme ad altri 91 doveva illustrare il codice del monaco amanuense Niccolò Mangona.
Non solo Michael
Una vera sorpresa, questo Michael Bublé – Tour Stop 148, che parla dell’ultimo, colossale tour di Michael Bublè, moderno crooner che qui ci sorprenderà per disinvoltura, cordialità, professionalità, oltre che per l’indubbia capacità vocale.
Il Diavolo fa sempre simpatia
Due anni fa abbiamo visto il toccante film Ritorno a l’Avana di Laurent Cantet, in cui un gruppo di anziani amici, radunati su una terrazza, ripercorreva le proprie esistenze, le scelte effettuate, i sacrifici e le rinunce per la coerenza con gli ideali rivoluzionari. Il prezzo pagato era stato pesantissimo, su ogni fronte. Chissà se avrebbero mai potuto immaginare che 57 anni dopo l’insediamento di Castro, i satanici Rolling Stones si sarebbero esibiti in un trionfale concerto (gratuito) proprio all’Avana, il 25 marzo 2016, alla fine del loro tour in Sud America.
Principianti assoluti
Esce direttamente su DVD Universal un documentario che racconta la storia di un negozio dal nome entrato nel mito, Tower Records. Chi, appassionato di musica, abbia viaggiato all’estero, sarà di sicuro tornato a casa con uno dei famosi sacchetti gialli con la scritta rossa. Come si riesce ad avere ricavi per un miliardo di dollari nel 1999 e finire in bancarotta entro i successivi cinque anni? Russell Solomon ci insegna come.
Una settimana di otto giorni
L’ultimo film di Ron Howard è la cronaca di un Big Bang, la narrazione del momento in cui i Beatles da gruppetto locale sono diventati a velocità supersonica un mito per il mondo intero. Cose da riempire trent’anni tutte condensate in tre anni. Questo è avvenuto anche grazie all’incredibile serie di concerti dal vivo che i quattro Fab hanno tenuto a partire dal 1962, un giro per il pianeta a velocità supersonica, come una fucilata che li ha fatti arrivare stremati al 1965, anno in cui dopo il concerto di Candlestick a San Francisco, hanno detto “no more”.
Bowie, forever
Il 10 gennaio di quest’anno David Bowie è morto e questo è un lutto con cui devono fare i conti ogni giorno i suoi seguaci più affezionati, perché non c’è giorno che sui social non si pubblichi qualcosa di lui, della sua lunga carriera, così ricca di esibizioni, di “presenza” in ogni campo artistico.