Il mondo in tasca
Imperdibile, per chi abbia amato il film al cinema e soprattutto per chi lo abbia perduto, esce l’edizione Universal per l’homevideo di Steve Jobs, per molti un santone, un guru, un ispiratore, per altri una specie di Satana che ha avviluppato l’umanità nei cavi dei suoi Mac, dei suoi iPhone.
L’abito fa il monaco
La piccina Tilly, figlia illegittima di povera madre, ghettizzata dai cittadini “perbene” della misera Dungatar, profonda Australia, era stata cacciata perché ritenuta colpevole della morte del bulletto di buona famiglia che la perseguitava. Nel 1951, divenuta una procace e indipendente giovane donna, Tilly ritorna nel polveroso paesello, per prendersi le sue soddisfazioni.
Officer Down
Una banda formata da due ex contractor e alcuni poliziotti corrotti fa i lavori sporchi per una mafia di ebrei russi (la “Mafia Kosher”), per legami di famiglia, per soldi, per incoscienza. Come non bastasse, nell’esercizio delle loro funzioni i poliziotti si mischiano anche al giro delle gang latine di trafficanti di droga. Fra la crudeltà estrema dei russi e la ferocia dei sudamericani, la Polizia regolare cerca di districarsi, con i pochi mezzi a disposizione e altissimi prezzi da pagare.
Il mondo in tasca
Per molti un santone, un guru, un ispiratore. Per altri una specie di Satana che ha avviluppato l'umanità nei cavi dei suoi Mac, dei suoi iPhone. Sicuramente un imprenditore geniale, un esperto di marketing anticonformista, un attento precursore di bisogni da lui stesso indotti. Steve Jobs, insomma, personaggio che la prematura morte ha consegnato al mito, più volte raccontato sullo schermo. Questa volta ci mette mano Danny Boyle, su sceneggiatura di Aaron Sorkin (oppure ci mette mano Sorkin, con regia di Boyle).
L'anima come un giardino
Che strano argomento che si è andato a scegliere l'ottimo attore Alan Rickman per questa sua seconda regia, dopo L'ospite d'inverno che risale a ben 18 anni fa, una storia di re e giardinieri. Famosi e celebrati sono gli artefici delle dimore dei re, delle statue e dei quadri che le arredano. Perfino dei cuochi, che per le loro raffinate pietanze sono passati alla storia, si è occupato il cinema.
I Pink Floyd avevano capito tutto
Do the Wrong Thing, per parafrasare Spike Lee. Sempre la cosa sbagliata deve fare Tris, l'opposto a ciò che fanno o farebbero i suoi compagni, perché è quella la dura, dolorosa strada per arrivare là dove è scritto. Una strada in salita, che è un susseguirsi di terribili prove da superare per arrivare alla meta. Forse, perché ancora non sappiamo cosa Tris troverà fuori dal muro, nel prossimo episodio della saga. Siamo infatti al secondo capitolo tratto dai libri scritti da Veronica Roth.
Chi lascia la via vecchia per la nuova....
Quando nella fantascienza si immaginano società future, chissà perché non è mai un bel panorama. Dopo i soliti devastanti conflitti, dovuti alla disumana ferocia e alla stupidità della razza umana, i sopravvissuti si barricano dentro quel che resta (se ne resta qualcosa) delle loro città. Per evitare il ripetersi delle cause che hanno provocato la distruzione, una classe dirigente, spesso autonominata, irreggimenta il resto della plebe in modo sempre troppo rigido per il variegato spirito dell'uomo.
Chi c'è in quel film?
Cast stellare per un film a episodi diretto nel 2011 da un manipolo di registi/attori noti e interpretato da un folto gruppo di famosi attori, tutti nomi in grado di suscitare l'interesse dello spettatore. Il film si può considerare una summa del "politicamente scorretto", genere narrativo abusato che questa volta però centra molti bersagli, mentre in precedenti occasioni il moralismo anglosassone (altrimenti detto puritanesimo) aveva smorzato la carica satirica sbandierata, almeno agli occhi di noi cinici europei, che ci scandalizziamo difficilmente.
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La fragilità del bon ton
E' uscito su Blu-ray Medusa l'ultimo, interessante film di Roman Polanski, Carnage, tratto dalla commedia The God of Carnage di Yasmina Reza, vincitrice del Tony Award, interpretato da un quartetto di attori d'eccezione. L'immagine restituisce le vivaci tonalità cromatiche originali sempre con buon dettaglio e nitidezza. Audio centrato sui dialoghi (consigliamo ovviamente la versione originale in DTS HD 5.1, anche per gustare la recitazione originale, sempre più brillante, di un tale manipolo di interpreti). I canali posteriori e il sub sono impegnati assai di rado, per qualche effetto d'ambiente e per le (poche) musiche. Scarsi gli extra, troviamo solo le interviste ai quattro grandi attori, per una durata di circa 35 minuti.