Warcraft: L’inizio: Recensione

Di   |   01 Giugno 2016
Warcraft: L’inizio: Recensione

 

Fiabe…what else?

Ha già più di vent’anni il mondo di Warcraft, creato da Blizzard nel 1994 con Warcraft: Orcs and Humans, che si è sviluppato via via fino a diventare nel 2004 il MMORPG noto a tutti, anche ai non giocatori. Dopo anni di progetti presi e abbandonati, il trattamento è stato affidato a Duncan Jones (Moon, Source Code), nella difficile, penalizzante impresa di soddisfare i videogamer e il pubblico puramente cinematografico, appassionato di fantasy cruenti. Gli orchi sono dei fuggitivi in cerca di un territorio migliore.


Attraverso un portale tenuto aperto dal Vil, una forza malefica che si nutre dell’essenza vitale delle creature, il cui esecutore è il malvagio Gul’dan, si stanno accingendo a invadere Azeroth, il regno degli umani. Per gli umani si tratta di capire come rispondere a un attacco di quella potenza, come evitare di finire annientati. Per gli orchi meno bestiali si deve scegliere fra lo sterminio senza onore o un discorso di conciliazione che può aprire a un futuro più civile. In quello che noi da profani supponiamo un diplomatico compromesso fra il ferreo controllo Blizzard, la sceneggiatura di Charles Leavitt e Jones e la messa in scena finale del regista, qui al suo primo blockbuster, il risultato finale non delude lo spettatore cinematografico (dei videogiocatori non vogliamo neanche sapere). I mondi nei quali siamo trascinati sono fascinosi, uno spettacolare universo di un barbarico medioevo, con scenografie e costumi degni di nota, scene di combattimenti, singoli duelli o stragi di massa di grande brutalità, bellissimi orchi costruiti in facial mocap e fiabesche creature (stupendi i grifoni e i lupi), per un film costato 160 milioni di dollari. Belle anche le musiche di Ramin Djawadi e la fotografia di Simon Duggan (Il grande Gatsby, il secondo 300). Ben scelto lo stanco eroe Anduin Lothar che è Travis Fimmel (Vikings) e anche la durissima mezzosangue Garona (Paula Patton). Il Guardiano Medivh è Ben Foster, bravo attore ma in Italia poco noto, al suo primo fantasy (escludendo X Men Conflitto finale), che manca però forse del carisma necessario al suo personaggio. Llane, il re di Roccavento dall’animo nobile, è Dominic Cooper. Sotto le facce di bizzarra mostruosità degli orchi si nascondono vari attori, Toby Kebbell (Durotan, l’orco che oserà sfidare il proprio ordine costituito), il mitico Clancy Brown che è il ferocissimo Black Hand, e Robert Kazinski e Daniel Wu. Ci convince meno il giovane mago Khadgar, che è Ben Schnetzer (la serie Happy Town e poco altro). Tutti i personaggi, la cui costruzione è cominciata in attesa dei film successivi, sono già ben delineati, sia che sopravvivano sia che soccombano. Warcraft il film, che non è e non vuole essere il videogame, visto su grande schermo e con un coinvolgente 3D appassiona quanto può fare un buon fantasy, con gli umani in lotta contro mostruose creature in un mondo favoloso e crudele, dove si muore da eroi per senso dell’onore e ci si ama di sofferto amore, nonostante l’appartenenza a razze diverse, in una narrazione di grande respiro, epica e drammatica, coinvolgente e mai noiosa. Anche se non innovativa, né come svolgimento, né come messa in scena. Ma garantisce il suo divertimento e vale il prezzo del biglietto. Questo Warcrfat, che non a caso si rifà al primo gioco del ’94, va anche visto nell’ottica di un trattamento che complessivamente è previsto per tre film, per cui probabilmente si amplieranno situazioni e personaggi qui assenti o ridotti e si chiarirà qualche dubbio (l’Universo Warcraft è sterminato). Insomma, abbiamo ancora “miles to go”. Per ora va anche bene così.

 

 

Giudizio

  • promosso
  • 7/10