La realtà è arte più della finzione che la rappresenta
La famiglia può essere tutto il bene o tutto il male del mondo, qualche volta entrambi. Di famiglie cosiddette “disfunzionali” sono pieni letteratura, cinema e serie tv (e la vita vera) e molte volte ci sono state raccontate storie di padri e figli alle prese con difficili rapporti, storie che finiscono bene o che finiscono male.
La ricerca della felicità, ad ogni costo
Possiamo davvero illuderci di vivere senza che le conseguenze delle nostre azioni si riflettano in qualche modo su chi ci circonda? Possiamo avere la presunzione che le nostre scelte riguardino solo noi, senza influire su altre esistenze? Non è forse vero che ogni nostra mossa implica una contro-mossa?
C’è sempre un muro da abbattere
New York 1969, sull’onda della rivoluzione sessuale i gay d’America sciamano dalle bigotte province al Greenwich Village, per vivere la propria esistenza alla luce del sole. Ma la loro libertà si riduce a esibire una folkloristica diversità, perché la società continua a respingerli, licenziarli, sfruttarli sessualmente, emarginarli insomma nel loro ghetto.
Un Talent per la libertà
C’è sempre un prima e un dopo e spesso le cose nel dopo vanno così male da renderci nostalgici di un prima che pure non era esaltante. Il film L’idolo è ambientato a Gaza, territori palestinesi occupati, una striscia fra il confine di filo spianto con Israele e il mare. Nel 2006 il ragazzino Mohammed Assaf, insieme alla volitiva sorellina e ai due amici del cuore, scorrazza liberamente nella città per assecondare la passione musicale che condividono.
Wouldn’t it Be Nice..
C’è bisogno di dire che Brian Wilson è uno dei Fratelli Wilson, più noti come Beach Boys, autore di quei pezzi che hanno segnato un’epoca, colonna sonora per surfisti e spiagge californiane (anche se, come dirà Brian stesso, lui e i fratelli non sono mai stati surfisti e ai surfisti le loro canzoni non piacevano)? Ma quello era l’immaginario più superficiale a loro legato, le bionde e abbronzate California Girls in bikini, le tavole colorate per solcare le onde come in Un mercoledì da leoni e Point Break, cosa di più mitico?
Un edificante elogio funebre
Nel 2008 il celeberrimo scrittore David Foster Wallace si impicca. Il giovane giornalista e aspirante scrittore David Lipsky apprende la notizia e, sconvolto, ricorda la sua conoscenza con Wallace, avvenuta 12 anni prima. Lipsky era allora un redattore di Rolling Stone, che ambiva a evadere dal suo cubicolo. A forza di insistere, ottiene l'incarico per intervistare Wallace, fresco dell'incredibile successo arriso al suo libro Infinite Jest (sulla manipolazione dell'individuo e molto altro ancora).
Erase and rewrite
Non c'è niente fare. Quando uno è partito in carriera come bel ragazzo, sarà perseguitato tutta la vita da quel ruolo. Così Hugh Grant, il ruffianissimo protagonista di infinite commedie sentimentali, che sulle imbarazzate faccette, sulle strizzatine d'occhio da miope ha (simpaticamente però) costruito una carriera.
Clandestino a L. A.
Richard sta per essere deportato, espulso dagli Stati Uniti, costretto a forza a tornare nel suo paese d'origine. Facciamo la sua conoscenza mentre sta spiegando come si è ridotto in quelle condizioni all'amato figlioletto, nato in territorio americano, che sta per perdere.
Era meglio morire da piccoli
Si moriva di fame nella Russia stalinista del 1933. Il piccolo Leo come tantissimi altri bambini resta orfano, finisce in un orfanatrofio che è un girone infernale, fugge, viene preso sotto l'ala protettiva di un militare e diventa un eroico combattente contro i nazisti nella Seconda Guerra. Al suo ritorno a Mosca lo attende un posto da capo nei Servizi di sicurezza nazionale, il famigerato MGB, specializzato nella caccia ai dissidenti. Il regime stalinista è al suo massimo (reale) dispiegamento di follia, delazioni, tradimenti, sospetti avvelenano l'anima di tutti costringendo la popolazione a vivere sotto una cappa di opprimente terrore.
Parole o immagini?
Chi ancora dubita che un bell'uomo e una bella donna che si incontrano e cominciano subito a polemizzare, a punzecchiarsi, a litigare, alla fine non cadranno nell'amore? Questa è la falsariga lungo la quale si sono sviluppate infinite commedie romantiche, di varia ambientazione ma dalla prevedibile conclusione. Siamo in un campus universitario americano: Jack Marcus (Clive Owen) è uno di quei professori trasgressivi e geniali che tanto piacciono al pubblico e alla letteratura anglosassone, in profonda crisi però, afflitto dal blocco dello scrittore e con una dipendenza dall'alcol sempre più grave.