Di Giuliana Molteni   |   14 Dicembre 2015
Il principe cenerentolo: Recensione

Vent'anni dopo

Si dice che in tutte le grandi famiglie ci sia la "pecora nera", il parente che ha deviato dalle linee generali, decidendo di non assoggettarsi alle regole come tutti, un qualche lontano cugino o zio che mentre tutti si impegnano seriamente ha scelto di campare a sbafo, lavorando il meno possibile, per godersi la vita, solo gioco e belle donne. Come biasimarlo, se ci riesce? Nella "famiglia" del cinema italiano, da vent'anni questo ruolo se lo è ritagliato Leonardo Pieraccioni, che anche a causa di qualche sua spiritosa dichiarazione sappiamo ben intenzionato a campare divertendosi e lavorando il meno possibile.

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Di Giuliana Molteni   |   22 Ottobre 2015
Io che amo solo te: Recensione

Sole, amore e fantasia

Si usa dire che ogni essere umano è un'isola. Ma allora forse è più corretto dire che siamo arcipelaghi, tante piccole isole vicine, a volte collegate le una alle altre. E quando soffia il vento, porta scompiglio dappertutto. Damiano (Scamarcio) e Chiara (Chiatti) stanno per sposarsi, bel ragazzo lui di facoltosa famiglia di agricoltori, bella ragazza di più umili origini ma assai per bene lei.

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Di Giuliana Molteni   |   27 Marzo 2012
Romanzo di una strage: Per chi sa, per chi non sa

Diciamo subito che da un punto di vista formale Romanzo di una strage è un ottimo esempio di cinema di divulgazione, di denuncia, con un appassionante crescendo da cupo thriller, all'altezza di tanti film complottasti degli anni '70, interpretato da un cast perfetto. Perché in un film come questo la discussione sulla sostanza rischia di far passare in secondo piano il giudizio sulla confezione, che è lodevole. I fatti sono noti: il 12 dicembre del 1969 scoppia una bomba nella sede della Banca dell'Agricoltura in Piazza Fontana a Milano. Intanto scoppiano a Roma altre tre bombe, un altro ordigno viene trovato inesploso a Milano. Istantaneamente le indagini puntano sugli anarchici. Tre giorni dopo il ferroviere Giuseppe Pinelli vola dalla finestra della Questura, mentre viene arrestato e subito additato come colpevole ai mass media un altro anarchico, Pietro Valpreda. Della morte di Pinelli viene ritenuto moralmente responsabile il Commissario Luigi Calabresi, che sarà ammazzato nel maggio del 1972.

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Di www.MovieSushi.it   |   21 Gennaio 2010
Oscar 2010: esclusi Giuseppe Tornatore e Pedro Almodovar

I nostri giornali avevano reagito con patriottici toni battaglieri alla sconfitta di Giuseppe Tornatore ai Golden Globes, sicuri che il suo Baarià avrebbe tanto poi fatto un figurone alla notte degli Oscar del 7 marzo.

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Di www.MovieSushi.it   |   30 Dicembre 2009
Io, loro e Lara: Verdone il "melancomico"
Questo Cristo che si sacrifica, questo Cristo che soffre, questo Cristo che si immola.. Ricordate Padre Spinetti, il finto sacerdote interpretato da Carlo Verdone in Acqua e sapone? Il regista e attore romano è tornato in abito talare, ma stavolta non è né un impostore, né una caricatura come i preti impersonati in Un sacco bello e Viaggi di nozze. Il Padre Carlo di Io, loro e Lara, il suo nuovo film, è un prete vero. Anzi, un uomo, prima ancora che un prete. Una figura lontana dalle macchiette quanto dall’immagine dei prelati a cui ci hanno abituati i media. Lo ricorda lo stesso Padre Carlo in una scena del film. E, in quanto uomo, è in preda a dubbi, a una crisi d’identità prima ancora che di fede. Così lascia l’Africa, dove fa il missionario, e torna a Roma. Dove trova una famiglia allo sbando: il padre si è risposato con una badante moldava, la sorella ha una figlia alienata e l’ex marito che non le paga gli alimenti, il fratello è un cocainomane con relazioni poco stabili. In montaggio alternato vediamo Lara, ragazza tormentata tra assistenti sociali e chat erotiche, e capiamo che le loro strade si incroceranno. Il come è una sorpresa. Perché le vie del Signore sono infinite.
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Di www.MovieSushi.it   |   30 Dicembre 2009
“Pedinatore di italiani”. È così che si definisce Carlo Verdone, che ha presentato oggi a Roma Io, loro e Lara, il suo nuovo film, in uscita il 5 gennaio in 650 copie. La nuova definizione si aggiunge a quella di “melancomico”, che gli fu data qualche anno fa, e che cita ancora oggi. E, mescolate insieme, riescono a dare la cifra di quello che è il suo nuovo film. Perché Io, loro e Lara torna a un cinema più velato di malinconia, lungo un filone iniziato con Io e mia sorella e continuato con Compagni di scuolaPerdiamoci di vista. Ed è un film che, partendo da una vicenda personale, parla dell’Italia di oggi: ci sono gli immigrati, i precari, le famiglie divise e le nuove famiglie allargate. C’è la Chiesa, una Chiesa insolita e diversa da quella ufficiale che siamo abituati a vedere. Lo ricorda, in una scena, proprio il personaggio di Verdone, Padre Carlo. Un missionario in crisi di fede e d’identità che torna in Italia per trovare conforto – dalla sua famiglia – e trova solo sconforto: il padre è circuito da una badante moldava, la sorella divorziata (Anna Bonaiuto) deve fare i salti mortali per mantenere la figlia, il fratello cocainomane (Marco Giallini) vive di relazioni molto instabili. E nella loro vita – non vi sveliamo come – deve ancora entrare la misteriosa Lara (Laura Chiatti), ragazza tormentata con più di un segreto. “È un film particolare, coraggioso, giocato sui mezzi toni” ha esordito Verdone. “È la prima volta che faccio un prete, perché non possiamo considerare la caratterizzazioni dei miei film del passato. Ho voluto raccontare la storia di un uomo perbene che si trova in una crisi”. Non è un caso che Verdone torni con un film di questo tipo, una svolta matura più volte tentata e poi abbandonata. Non è un caso perché Verdone gira un film prodotto e distribuito dalla Warner dopo i due film con la Filmauro di De Laurentiis, evidentemente più incline a un cinema di puro intrattenimento. Nella conferenza stampa è arrivata inevitabile la domanda su che differenza ci sia tra le due produzioni. E la risposta di Verdone, seppur diplomatica e priva di ogni polemica, è stata illuminante su come funzionino i meccanismi del cinema.
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Di www.MovieSushi.it   |   04 Dicembre 2009

Indossa ancora la tonaca ma questa volta seriamente (o quasi) accanto a una Laura Chiatti scatenata. Carlo Verdone sarà a gennaio nelle sale con Io, loro e Lara, pellicola prodotta dalla Warner Bros svelata in anteprima in rapidi frammenti alle Giornate Professionali di Cinema a Sorrento.

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Di www.MovieSushi.it   |   06 Ottobre 2009

Sorpresa ai botteghini italiani questa settimana. Sul filo del rasoio Baaria di Giuseppe Tornatore, forte anche della pubblicità ricevuta dopo essere stato scelto come il film che rappresenterà l'Italia ai prossimi premi Oscar, mantiene la prima posizione degli incassi e supera l'esordiente Bastardi senza Gloria di Quentin Tarantino.

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Di www.MovieSushi.it   |   30 Settembre 2009
Com’era prevedibile, Baarìa, il nuovo film di Giuseppe Tornatore è stato selezionato per rappresentare l’Italia ai prossimi premi Oscar nella categoria Miglior Film Straniero.
A far cadere la scelta sull’ultima, imponente fatica di Tornatore è stata un’apposita commissione istituita dall'Anica di cui facevano parte registi, giornalisti e produttori.

Grande entusiasmo è stato espresso da Carlo Rossella e Giampaolo Letta, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Medusa Film che ha prodotto la pellicola. “Non possiamo che essere orgogliosi per questa scelta – hanno dichiarato – nella certezza che il cinema italiano abbia quest’anno l’opportunità di presentarsi ai premi Oscar con un’opera all’altezza della sua grande tradizione qualitativa e produttiva”. Ringraziando lo stesso Tornatore, i due rappresentanti ricordano (forse anche memori delle enormi aspettative, poi andate in fumo, che lo scorso anno circondarono Gomorra di Matteo Garrone) che “il cammino che porta all’Oscar è ancora lungo e ci impegneremo, con passione ed entusiasmo come abbiamo fatto finora, per arrivare fino in fondo”.

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Di www.MovieSushi.it   |   07 Settembre 2009
Laura Chiatti Premio Biraghi a Venezia

Essere al Lido per la prima volta con un film in concorso è un’esperienza che ha messo in difficoltà più di un’attrice, specie se giovane, carina e italiana. La paura delle critiche. L’ansia da prestazione. O il terrore di sbagliare un vestito, una scarpa, un accessorio (capitò l’anno scorso alla povera Valentina Lodovini, pubblicamente crocifissa dalla direttrice di un noto giornale a causa di un panama portafortuna giudicato eccessivamente cheap).

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