Io vorrei, non vorrei ma se vuoi...
Ci sono interrogativi cosmici, ciclici e immutabili come l'avvicendarsi delle stagioni. Uno di questi riguarda senza dubbio la possibilità che fra un uomo e una donna possa esistere il sentimento puro dell'amicizia, o se al contrario l'amicizia fra un uomo e una donna sia sempre solo una relazione privata della componente sessuale per volontà di uno dei due (della serie "la verità è che non gli piaci abbastanza"). E a chi non verrà in mente la quasi omonima canzone di Battisti (Ma che disastro, io mi maledico, ho scelto te - una donna - per amico).
Per i soldi, solo per i soldi
Nel 1959 Dino Risi dirigeva Alberto Sordi e Franca Valeri nel film Il vedovo. Oggi con una certa dose di incoscienza Massimo Venier realizza un remake, con i ruoli dei protagonisti affidati a Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto. Alberto è un imprenditore condannato al fallimento, incapace di tessere le trame necessarie al successo di un affare. Dal resto del mondo è considerato un'inutile appendice della moglie Susanna, donna industriale fra le più ricche e potenti del paese, che ha sempre dovuto garantire per lui.
Vacanze di Natale con i Fotters italiani
In periodo di crisi, chissà come sarà il nostro Natale, quest'anno. A farci entrare nel mood giusto, ci prova con largo (anche troppo) anticipo Alessandro Genovesi con Il peggior Natale della mia vita, il sequel del suo film precedente, La peggiore settimana della mia vita. I personaggi sono rielaborati dalla serie tv inglese The Worst Week In My Life, ma ricordano inevitabilmente la fortunata "saga" dei Fotters (Fockers), quelli di Stiller/De Niro. Anche questa volta lo Stiller italiano è Fabio De Luigi, il super-imbranato Paolo, un uomo in guerra con gli oggetti da far sembrare Clouseau un agile prestigiatore, goffo ma affettuosissimo partner della sua amata Margherita (Cristina Capotondi), che sta per farlo diventare padre. Entrambi, più i suoceri (Catania/Bonaiuto), sono ospiti per le vacanze di Natale nel castello di Alberto Caccia (Diego Abatantuono), un riccone che il padre di Margherita ci tiene a ingraziarsi.
Soddisfacente edizione su DVD Warner per una gradevole commedia italiana, La peggior settimana della mia vita, adattamento in ambito comasco della serie tv inglese The Worst Week In My Life. L'immagine è sempre di buon dettaglio, molto pulita e nitida. Ottimo l'audio con dialoghi sempre chiari e una bella resa di ambiente, effetti e musiche, con una costante e precisa spazialità. Come scarsi extra troviamo solamente un brevissimo backstage di 5 minuti, mentre nell'edizione su Blu-ray sono presenti anche un making of di circa 20 minuti e una serie di papere sul set (10 minuti).
Paolo è l’uomo più fortunato della terra perché ha trovato l’anima gemella, la bella e dolce Margherita, con la quale convolerà a felici nozze alla fine della settimana. Certo qualche grana c’è sempre: la presenza ingombrante di un collega d’ufficio un po’ caratteriale (Alessandro Siani); le intemperanze di una precedente amante, che lo perseguita in stile Attrazione fatale, cercando di sabotare le nozze; sopra tutto però Paolo deve fare i conti con i futuri suoceri, l’invadente Clara (Monica Guerritore) e l’ostile marito (Antonio Catania). Paolo deve anche organizzare un incontro con il padre, un eccentrico musicista che non frequenta da anni (un simpatico siparietto con Andrea Mingardi e Arisa). Da manuale la settimana che precede qualunque matrimonio è irta di ostacoli e densa di incognite minacciose, come ci hanno mostrato numerosi film. Come dubitare che anche a Paolo ne capiteranno di tutti i colori, in una sequenza paradossale di incidenti vari, che lui del resto sembrerà propiziare col suo carattere accomodante. Nel tentativo di non urtare nessuno e di compiacere tutti, si avviterà infatti in una galleria di bugie, scuse, omissioni, finendo per fare ancora più danno con i suoi goffi tentativi di camuffamento. Regolarmente smascherato, ne uscirà sempre più umiliato, rischiando di perdere l’amore della sua paziente ragazza.
Nostalgia canaglia, quella di Pupi che ritorna al (suo) passato con autoironia e affettuoso conservatorismo. Diciamo subito un paio di cose: è uno dei migliori Avati degli ultimi anni… ma è sempre il solito.
I film di Pupi Avati presentano tutti una caratteristica diabolicamente distintiva: la leggerezza.
Flavio Insinna l'aveva presvisto, durante la conferenza stampa del film di Fausto Brizzi, Ex.
Da chef di cinepanettoni a pasticcere d’amore: come cucina le sue commedie romantiche?
Innanzitutto parto con l’idea di fare un film di genere. Volevo un film che facesse ridere e piangere insieme come la vecchia commedia all’italiana. Eravamo maestri in questo. Oggi invece i film italiani o sono drammatici o sono comici. Si ha paura di mescolare le emozioni.