La costruzione di un eroe
Solo uniti si vince! Motto sempiterno, che trova la sua più intuitiva applicazione proprio nei mitici mattoncini Lego. In questo divertente spin off del film The Lego Movie del 2014, incontriamo Batman, eroe solitario perché totalmente ego-riferito, perché intimamente convinto di essere solo lui all’altezza, che nella caccia ai malvagi trova l’unico momento di gratificazione in un’arida esistenza.
Corri ragazzo laggiù…
Lo chiamavano Jeeg Robot è un film che sta a dimostrare che si può. Si può fare in Italia un film che parli in modo originale di super eroi (molto meglio del Ragazzo invisibile di Salvatores); si può contaminare un tema usurato come quello dei superpoteri immergendolo in un’ambientazione anomala, quella della più spietata malavita romana, fra Romanzo Popolare e Suburra/Gomorra (meglio che gli zombie vittoriani di PPZ); che si possono trovare fra i nostri attori un “buono” e un “cattivo” credibilissimi; che si può inserire una trama sentimentale, originale anch’essa, perché ben scritta; che si possono simulare effetti speciali senza dover spendere miliardi.
Noi... che abbiamo visto Genova
"I fatti narrati in questo film sono tratti dagli atti processuali e dalle sentenze della Corte d'Appello di Genova del 5/3/ 2010 e del 19/5/ 2010". A Genova il 20 luglio del 2001 per il G8 arrivano circa 300.000 manifestanti. Durante la giornata di apertura la città è abbandonata alla guerriglia più devastante. Nel caos dei disordini che sono scoppiati, un carabiniere spara a Carlo Giuliani e lo uccide. Il giorno dopo, mentre i genovesi si stanno risvegliando dallo choc, centinaia di partecipanti cominciano ad abbandonare la città, quel popolo misto di terzomondisti, no global, alternativi, sindacalisti, anarchici e via con le sigle, tutti Indignados anzi tempo, mischiati ovviamente a numerosi black bloc.
La paura di crescere e di far fronte alle proprie responsabilità torna prepotentemente ad animare l’esistenzialismo un po’ radical e molto chic dell’immaginario di Gabriele Muccino. Ma se a trent’anni i protagonisti de L’ultimo bacio cercavano la fuga (chi in un viaggio esotico, chi nell’avventura tutta ormoni e zero pensieri con una procace adolescente), alla soglia dei quaranta questi devono fare i conti con l’inevitabilità del futuro e dei suoi obblighi.
Muccino ha ritrovato (quasi) tutti gli interpreti della pellicola che, nel 2001, lanciò definitivamente la sua carriera: da Stefano Accorsi a Pierfrancesco Favino, da Giorgio Pasotti a Sabrina Impacciatore fino a Claudio Santamaria e Marco Cocci. Manca solo Giovanna Mezzogiorno che, come vi abbiamo raccontato in questa news, non gradisce i sequel e, per questo motivo, è stata prontamente sostituita, non senza qualche polemica da parte dello stesso Muccino, come vi raccontavamo qui, da Vittoria Puccini.
Alla conferenza stampa organizzata per promuovere Baciami ancora, regista e attori ridono, scherzano, si lanciano gli sguardi tipici di chi ha condiviso un’esperienza felice e da ricordare. E, soprattutto, fanno a gara per dire la frase più scontata e banale, quando si ha a che fare con i sequel: “È stato bello ritrovare questi personaggi”. Ma non fategliene una colpa. A parte la sincerità evidente di quest’affermazione per ognuno di loro, chi scrive ha l’obbligo di sottolineare che un incontro con la stampa particolarmente convulso e affollato, per di più della durata quattro ore, non aiuta l’originalità…
Dopo aver scandagliato le crisi e i dilemmi esistenziali dei trentenni ne L’ultimo bacio.
Dopo aver indagato le nevrosi, le menzogne e le frustrazioni dell’istituzione familiare in Ricordati di me.
Torna in Italia Gabriele Muccino.
Conclusasi (per il momento: già si parla di un film di fantascienza con Keanu Reeves protagonista ad attenderlo…) la parentesi americana (La ricerca della felicità e Sette anime, entrambi col suo amico Will Smith), il regista romano torna in Italia con Baciami ancora, sequel della pellicola che lo consacrò come uno dei registi di maggior successo ai botteghini italiani nel 2001.
I trentenni di allora (Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Giorgio Pasotti, Claudio Santamaria, tra gli altri) hanno ormai raggiunto la soglia dei quarant’anni. Dieci anni trascorsi, ancora, alla ricerca di un equilibrio tra le proprie aspirazioni e le proprie responsabilità, soprattutto nei confronti di un universo femminile che, ai loro occhi ancora un po’ infantili, appare esigente, impietoso e terribilmente misterioso.
Oltre 600 sale sono pronte ad accogliere Baciami ancora di Gabriele Muccino, seguito de L’ultimo bacio. Ultime notizie sostengono che per la prima volta Baciami ancora verrà distribuito nella versione con sottotitoli per non udenti. Sforzo encomiabile del regista di affacciare il cinema alle categorie meno fortunate.