E’ separato anche se ancora innamorato dalla dolce e paziente Giovanna, rimasta a vivere nell’appartamento confinante, che lo accudisce con paziente disponibilità, in attesa di futuri sviluppi nel loro rapporto. Ma Elia è pigro, annoiato, ingrassato. Si trova costretto a ricorrere ad un personal trainer e incappa fortunosamente nella pittoresca Claudia (Veronica Echegui), di origine ispanica, giovane e avvenente donna con una predilezione per le storie d’amore con soggetti discutibili, una che della vita ha una visione ben diversa. La nuova alchimia non potrà che rimescolare i rapporti di tutti, con esiti positivi. Nella sua prima parte la storia, scritta da Francesco Bruni e Davide Lantieri, segue binari sicuri, nella messa in scena di personaggi alle prese con situazioni non particolarmente originali, pur messe in scena con ritmo e humor, grazie anche ad un gruppetto di personaggi di contorno davvero divertenti, affidati ad alcuni nostri ottimi interpreti, dal noto Giacomo (del Trio), a Pietro Sermonti, Carlo Luca De Ruggieri e Paolo Graziosi, che vivacizzano le peripezie del burbero professore. A virare però la storia verso lidi più originali e spassosi, è l’irruzione in campo dell’ultimo dei fidanzati della troppo vivace Claudia, affidato a un meraviglioso Luca Marinelli (attore davvero versatile), un coatto traumatizzato da una vita di prepotenze, che imprime una deriva demenziale alla vicenda. Nella storia tutti beneficiano dal contatto con una way of life diversa, la sola a restare serenamente se stessa è Giovanna, la sempre splendida Carla Signoris, intorno alla quale tutto il caos ruota per poi appianarsi. Lasciati andare è una commedia ben congegnata, che ricorda personaggi e situazioni alla Woody Allen, che è uno degli ideali mentori del regista Francesco Amato, che dichiara il suo amore per tutta la commedia americana “alta”, da Wilder a Lubitsch, senza dimenticare il padre spirituale di tutti, Groucho Marx. Amato è un regista dai molti documentari qui solo al suo secondo lungometraggio, evidentemente ancora pieno di voglia di fare e non di adagiarsi su comodi ma desolanti cliché come molti altri colleghi (trovata una formula la si reitera all’infinito). Qui riesce nel suo intento, mettendo in scena una coppia inedita, con un grande Toni Servillo in un ruolo comico/farsesco in cui mai eccede, e una Carla Signoris, coniuge paziente ma non succube, di delizioso realismo. In un film conta la storia che viene raccontata, il come e con chi, insomma la sceneggiatura, il regista e gli attori. Qui si è formata una bella combinazione, che funziona. Non chiediamo altro.