- Recensione
- Festival Internazionale del Cinema di Roma 2009
- Il concerto
- Les Productions du Trésor
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- France 3 Cinema
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- Radu Mihaileanu
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- 2010
- Commedia
Tra le nuvole è una storia d’amore romantica, divertente e straziante come solo le migliori storie sanno esserlo, al cinema e nella vita.
Tra le nuvole è una tragedia, sovraccarica delle tensioni e delle molte disperazioni create dalla crisi economica globale.
Serve altro per definirlo un film straordinario?
Speriamo, piuttosto, che dopo la delusione ai Golden Globes (dove si è aggiudicato solamente il premio per la Miglior Sceneggiatura), agli Oscar goda di maggior fortuna. Tuttavia, la miopia dell'Academy, soprattutto in un'annata segnata da un blockbuster coraggioso e imponente come Avatar, è ben nota, anche di fronte ai buoni risultati al box office che il film sta ottenendo in patria (dove è uscito lo scorso 4 Dicembre, incassando, finora, circa 64 milioni di dollari).
Inizia ricordando quest'impressionante dato statistico Sons of Cuba vincitore del Marc'Aurelio d'argento come miglior documentario per la Sezione L'Altro Cinema-Extra all’ultima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma.
Per indagare le ragioni di questo primato, il giovane documentarista inglese Andrew Lang si è immerso nella controversa realtà cubana per più di due anni (dal 2005 al 2007). Con una troupe composta quasi interamente da tecnici locali, Lang ha ottenuto, unico caso in quasi cinquant’anni di Rivoluzione cubana, l’autorizzazione a girare all’interno di un istituto scolastico: l’Havana Boxing Academy. Qui vengono formati i giovanissimi boxeur (dai 9 agli 11 anni) che avranno il compito di continuare tale gloriosa tradizione, attraverso un duro regime di allenamento quotidiano: sveglia alle quattro del mattino, cinque ore di esercizio fisico, lezioni scolastiche fino al pomeriggio e poi di nuovo in palestra.
Sforzi e fatica in nome dell’ideale rivoluzionario (“Attraverso lo sport, la rivoluzione avanzerà”, nelle parole del Líder Máximo Fidel Castro), già così forte in loro, ma anche in nome di una possibilità di riscatto dalla miseria delle loro condizioni di vita.
Il cinema di Radu Mih?ileanu ruota da sempre attorno a questi elementi, che ritornano anche nella sua ultima opera, Il concerto, nelle sale italiane dal prossimo 29 Gennaio ma presentato in anteprima (trovate qui la nostra recensione) all’ultima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Roma.
Ad essi, il regista rumeno aggiunge quel tocco di leggera e brillante ironia che, nel 1998, lo fece conoscere al grande pubblico con Train de vie – Un treno per vivere. Nel poetico racconto ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale la grottesca preparazione di un finto treno di deportazione da parte di una comunità ebraica diventa il simbolo della reazione, comica e fiabesca, alla barbarie nazista.
La storia di alcuni musicisti ebrei, allontanati dal Bolshoi di Mosca all’epoca della Russia comunista, che accettano l’invito ad esibirsi in un prestigioso teatro di Parigi, in realtà destinato alla vera orchestra del celebre teatro russo, caratterizza invece Il concerto.
Ancora una volta, dunque, Mih?ileanu ci offre la sua preziosa lezione: guardare negli occhi la tragedia, l’Olocausto come gli orrori dell’URSS, e avere il coraggio di irriderla, non significa sottovalutarla ma è, al contrario, l’unico modo di sopravvivere ad essa e, forse, prendersi una rivincita nei suoi confronti.
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Si dice che il cane sia il migliore amico dell’uomo. In verità non sempre si rivela propriamente amico, ma quando lo è senza ombra di dubbio è anche il migliore. Ne sa qualcosa Richard Gere, protagonista della nuova zuccherosa opera di Lasse Hallstrom, il regista di Le regole della casa del Sidro, Buon Compleanno Mr. Grape e Chocolat.
Un film nero e pessimista, claustrofobico e chiuso in se stesso, e in un mondo in cui non ci invitano mai ad entrare. Fratelli, dove siete? |