Nostalgia del passato e dell’anonimato o semplicemente desiderio di farsi conosce all’infuori di Gomorra? Matteo Garrone non ha mai avuto problemi con il successo datogli dal film ispirato all’omonimo libro di Roberto Saviano, ed allora ecco che il cofanetto contenente i quattro suoi primi film diventa semplicemente un modo per far conoscere al pubblico un altro Garrone, quello “più incosciente”, come ama dirsi lui. “Erano film che facevo con slancio e passione, qualità che spero di non aver perso oggi. Non c’era mai una sceneggiatura ma mi interessava solo cercare suggestioni, persone, immagini e luoghi. Solo dopo veniva la storia”.
"Un luogo dove tutto era finto e tutto era reale". Così il fotografo Mario Spada descrive il set di Gomorra, l'ormai storico film di Matteo Garrone tratto dall'omonimo libro di Roberto Saviano.
I panni sporchi si lavano in famiglia? Le mille polemiche legate a Gomorra (libro e film) sarebbero destinate a riproporsi anche in occasione di Napoli Napoli Napoli, il film di Abel Ferrara presentato a Venezia fuori concorso. Se non fosse che, per qualità artistica e portata dell’operazione, è difficile che il documentario del regista newyorchese varchi i nostri confini. Perché un regista americano – seppur di origine italiana – dovrebbe raccontare una realtà nostrana? I risultati potrebbero andare in due direzioni: da esterno potrebbe cogliere degli aspetti che noi, dall’interno, non riusciamo a vedere. Oppure, da persona che vuole informarsi, andrebbe a cercare le prime cose evidenti del fenomeno, fermandosi a questi aspetti.
Abel Ferrara, premiato con il Ciak di Corallo al piccolo ma prestigioso Ischia Film Festival - vera oasi per cinefili, lontana da lustrini e cotillon ma vicinissima al senso autentico di un festival in cui siano in primo piano opere e autori, più che personaggi da vetrina- ha dichiarato: "Sono incantato da Ischia, il Castello è un simbolo di bellezza e armonia, di lotta dell'uomo contro i mali del mondo. E questo festival è per me come un baluardo a difesa del cinema. Girare qui? Magari: trovatemi un produttore e comincio subito".
Dal Bronx di New York a Scampia e agli altri quartieri disagiati di Napoli il passo può essere breve, per chi sa guardare oltre i luoghi comuni che avvolgono queste complesse realtà.
Il cinema tiene. Quello americano si supera. Quello italiano crolla. Come ci capita ormai da troppi anni, la stagione seguente a quella in cui molti gridano senza alcun senso alla rinascita del cinema italiano serve a svegliarci dall'ingenua illusione.
Tuttavia, l'opera di Garrone risulta essere molto diversa, soprattutto per quello che concerne il fine del racconto, da quella di Saviano.
Gomorra vs. Il Divo 7-7. Quello raggiunto dai due film italiani trionfatori dello scorso Festival di Cannes ai David di Donatello 2009 sembrerebbe un risultato di sostanziale parità, ma la verità è che i premi più importanti li porta a casa solo Gomorra, vincendo per il miglior film, la miglior sceneggiatura e il migliore regista Matteo Garrone.
Matteo Garrone e il suo apprezzato, contestato, controverso Gomorra, conquista il Nastro d'Argento dell'anno.