Wolverine – L’immortale: Recensione
Di Giuliana Molteni | 23 Luglio 2013From Japan with Love
Who Wants to Live Forever... il solito interrogativo che ultimamente tormenta ugualmente super-eroi e vampiri, dono ambitissimo, nella letteratura di oggi visto come una maledizione di cui spogliarsi per stanchezza. Questo, a essere generosi, potrebbe essere il tema più interessante nella sceneggiatura del secondo capitolo interamente dedicato al mitico Wolverine, scritto da Christopher McQuarrie con la collaborazione di Mark Bomback e James Mangold, che anche dirige.
Lo avevamo lasciato alla fine dell'altro capitolo del 2009, ancora isolato e senza "famiglia" in un bar proprio di quel Giappone, dove lo ritroviamo nell'incipit di questo nuovo racconto, prigioniero sotto la Bomba di Nagasaki. A distanza di molti anni lo incontriamo mentre vaga in disperata solitudine, ridotto come un hobo dei boschi, più affine agli orsi che al genere umano. Logan (che rifiuta il nome di Wolverine) è devastato da sogni angosciosi in cui l'adorata Jean Grey, della cui tragica morte si sente responsabile, lo chiama a sé. Ma l'immortalità di Logan fa da insormontabile ostacolo. Richiamato in Giappone da un suo antico amico, lui sì mortale e ormai decrepito, scopre di essere finito in un intrigo diabolico teso a portargli via il suo scomodo dono, che scoprirà essere indispensabile per districarsi nelle beghe ereditarie dell'avida famiglia. Di cui gli sta soprattutto a cuore Mariko, nipote del patriarca, giovane idealista in mezzo a turpi e avidi uomini assetati di potere. Fra tradimenti e doppi giochi, Logan rischia di finire ancora una volta ridotto a cavia da laboratorio. La vita eterna insomma logora che non ce l'ha. Il film rappresenta una parentesi narrativamente superflua riguardo la costruzione del personaggio Wolverine, anche se la storia è tratta dal primo fumetto dedicato a Wolverine nel 1982, scritto da Chris Claremont e illustrato da Frank Miller. Aggiungiamo che come sempre questi trattamenti scontentano regolarmente i puristi, mentre sono accolti con maggiore indulgenza da un pubblico generalista, che si accontenta di un film d'azione ed effetti speciali con un protagonista simpatico, interpretato da un attore che riscuote generale gradimento come Hugh Jackman (sempre simpatico e con un fisico spettacolare). Ma nonostante l'indulgenza, Wolverine – L'immortale risulta un convenzionale action, anche un po' vecchio stile, semplicemente adattato a un protagonista d'eccezione, uno dei più amati fra gli X- Men, il che però non basta. Piuttosto improbabile inoltre, non giustificata dagli eventi e priva di vera tensione emotiva la sua deriva sentimentale nei confronti della giovane erede nipponica, il che rende poco coinvolgente tutta la faccenda. Ben coreografati i vari combattimenti, gli inseguimenti, le risse multiple con scagnozzi yakuza o ninja (notevole la sequenza sul tetto di un treno a levitazione magnetica) e le sparatorie con vari tipi di proiettili, non particolarmente rilevante il 3D. Nel cast giapponese, ricco di attori noti anche in Occidente, segnaliamo la faccetta da Manga della quasi esordiente Rila Fukushima, fidata "aiutante" di Wolverine. La perfidissima Viper (vagamente Poison Ivy) è affidata alla glaciale ma non troppo espressiva Svetlana Khodchenkova, già vista ne La talpa. Aspettare la solita scena-bonus nei titoli di coda, in cui Wolverine resta sospeso fra i due poli della sua vita, positivo e negativo, Yin e Yang, Bene e Male. Wolverine è sempre stato un personaggio di una levatura drammatica superiore agli altri, che ben meritava film tutti per lui, un personaggio tormentato dotato di un elevato senso morale (sono il migliore in quello che faccio... e quello che faccio non è bello), sempre pervaso da un'aura di mistero riguardo le sue origini e la sua tormentata esistenza. Provocatoriamente possiamo dire che al di fuori dei film della serie X-Men, il migliore "trattamento" Wolverine lo ha ricevuto nel breve ma riuscitissimo cameo contenuto nel film X-Men l'inizio. Che è davvero troppo poco dato il potenziale spessore del personaggio. Arrivederci all'anno prossimo con X-Men: Days of Future Past.
Giudizio
- Sotto l’adamantio, un cuore
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