I panni sporchi si lavano in famiglia? Le mille polemiche legate a Gomorra (libro e film) sarebbero destinate a riproporsi anche in occasione di Napoli Napoli Napoli, il film di Abel Ferrara presentato a Venezia fuori concorso. Se non fosse che, per qualità artistica e portata dell’operazione, è difficile che il documentario del regista newyorchese varchi i nostri confini. Perché un regista americano – seppur di origine italiana – dovrebbe raccontare una realtà nostrana? I risultati potrebbero andare in due direzioni: da esterno potrebbe cogliere degli aspetti che noi, dall’interno, non riusciamo a vedere. Oppure, da persona che vuole informarsi, andrebbe a cercare le prime cose evidenti del fenomeno, fermandosi a questi aspetti.
Abel Ferrara, premiato con il Ciak di Corallo al piccolo ma prestigioso Ischia Film Festival - vera oasi per cinefili, lontana da lustrini e cotillon ma vicinissima al senso autentico di un festival in cui siano in primo piano opere e autori, più che personaggi da vetrina- ha dichiarato: "Sono incantato da Ischia, il Castello è un simbolo di bellezza e armonia, di lotta dell'uomo contro i mali del mondo. E questo festival è per me come un baluardo a difesa del cinema. Girare qui? Magari: trovatemi un produttore e comincio subito".
Dal Bronx di New York a Scampia e agli altri quartieri disagiati di Napoli il passo può essere breve, per chi sa guardare oltre i luoghi comuni che avvolgono queste complesse realtà.