Di Giuliana Molteni   |   15 Luglio 2011
Ballkan Bazar: Tutta colpa dei confini

La bella ed elegante Julie, francese di origine albanese, dopo la sua separazione dal marito italiano, decide di tornare in Francia, portando con sé le spoglie del padre, un ex ufficiale che aveva sepolto in Italia. Ma la bara per errore viene spedita in Albania. Quindi Julia, insieme alla figlia adolescente, è costretta a tornare nei suoi luoghi d’origine, dove si scontrerà con un ambiente provinciale e misero, ma assai vivace quanto a stile di vita e contese nazionalistiche. Siamo nell’Albania meridionale, zona che i Greci continuano a chiamare Epiro del Nord e di cui rivendicano l’antica occupazione. Arrivate a Kosine, piccolo centro rurale, le donne, accompagnate da un interessato reporter, scoporono incredule il proliferare di una bizzarra attività: in territorio greco nel 2007 è stato edificato un mausoleo in onore dei caduti greci durante la Seconda Guerra Mondiale, che però è rimasto semi-vuoto per mancanza di spoglie da tumulare. Per riempirlo e giustificare così i lauti finanziamenti elargiti, è nato un fiorente contrabbando di salme, che vengono acquistate dai più poveri albanesi, i quali ovviamente se le procurano come meglio possono, anche svuotando i propri camposanti. Anche una bara sconosciuta in questa situazione può ben destare qualche interesse.

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Di www.MovieSushi.it   |   31 Gennaio 2010
Le Ombre Rosse: Citto Maselli, tecnologia e storia
Ci sono due finali, ne Le ombre rosse di Citto Maselli (che abbiamo recensito in occasione dell’ultima Mostra di Venezia). Uno è il loft degli intellettuali di sinistra, bloccati, stilizzati come ombre in un’immagine fissa, simbolo di un qualcosa che non va da nessuna parte (è il sottofinale pessimista). Nel finale (leggermente ottimista) c’è un casale, diroccato ma su cui si può investire, in cui costruire il futuro, il nuovo centro sociale. È questo scontro tra stasi e movimento, tra vecchio e nuovo, il cuore de Le ombre rosse. Lo sintetizza bene Stefano Rodotà nel suo breve intervento che introduce il film e apre gli extra del dvd.
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Di www.MovieSushi.it   |   21 Gennaio 2010
Citto Maselli: oggi farei un film più amaro e aspro
Luci e ombre. Molte più ombre che luci, certo. La sinistra italiana degli ultimi anni è stata questo. E Citto Maselli ne ha rappresentato una feroce critica con Le ombre rosse, il suo ultimo film presentato a Venezia, dove lo avevamo intervistato (trovate qui l'intervista). Abbiamo incontrato di nuovo Maselli in occasione dell’uscita del film in dvd, ieri alla Feltrinelli in Galleria Colonna a Roma. Il dvd è spesso l’occasione per scoprire interessanti dietro le quinte del film (tra gli extra ci sono il backstage, gli effetti visivi e un introduzione di Stefano Rodotà). E anche questo incontro lo è stato. Ad esempio, abbiamo scoperto che, prima della scelta del titolo Le ombre rosse, il film doveva chiamarsi Anni luce. “Anni luce era un titolo suggerito a cena da Giorgio Arlorio” ci ha raccontato Maselli.
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Di www.MovieSushi.it   |   08 Settembre 2009
Napoli Napoli Napoli: Ridateci Gomorra!

I panni sporchi si lavano in famiglia? Le mille polemiche legate a Gomorra (libro e film) sarebbero destinate a riproporsi anche in occasione di Napoli Napoli Napoli, il film di Abel Ferrara presentato a Venezia fuori concorso. Se non fosse che, per qualità artistica e portata dell’operazione, è difficile che il documentario del regista newyorchese varchi i nostri confini. Perché un regista americano – seppur di origine italiana – dovrebbe raccontare una realtà nostrana? I risultati potrebbero andare in due direzioni: da esterno potrebbe cogliere degli aspetti che noi, dall’interno, non riusciamo a vedere. Oppure, da persona che vuole informarsi, andrebbe a cercare le prime cose evidenti del fenomeno, fermandosi a questi aspetti.

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Di www.MovieSushi.it   |   03 Settembre 2009
Le Ombre Rosse: L'Italietta e la sua sinistretta...
Viviamo nella nostra Italietta, ce lo ricordava il produttore polacco ne Il caimano di Nanni Moretti. E in questa Italietta c’è ormai una sinistretta, piccola, stretta, divisa. È una storia che va raccontata, quella de Le ombre rosse di Citto Maselli. Non è una storia vera, ma verosimile. Non è accaduta, ma potrebbe accadere. Siamo nel 2007, durante l’ultimo governo di centrosinistra. Un intellettuale di fama mondiale viene invitato a un centro sociale e viene colpito dalla vitalità delle proposte culturali. Così rilascia un intervista per una piccola tv in cui afferma che i centri sociali potrebbero diventare qualcosa di più importante, delle case della cultura sul modello di quelle che Andrè Malraux propose in Francia. Ripresa da altre tv e poi da media sempre più importanti, la notizia acquista una rilevanza tale che in tanti si propongono di aiutare il centro sociale a crescere.
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Di www.MovieSushi.it   |   03 Settembre 2009
Citto Maselli: Da 40 anni mi tolgono il saluto...
È una mostra rossa, la Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno. Non parliamo del colore degli arredi urbani che circondano il Palazzo del Cinema, ma dell’ondata di film che parlano della sinistra italiana, del suo passato e del suo presente. A parlare del presente (e del passato prossimo) ci pensa Citto Maselli, con il suo Le ombre rosse, accolto oggi alla proiezione ufficiale da applausi e commozione, una storia simbolica e critica contro alcune anime della sinistra di oggi. Le ombre rosse parla di un centro sociale che diventa un caso nazionale e rischia di venire “adottato” da alcuni personaggi che si dicono di sinistra. Ma il senso originario del progetto rischia di essere pericolosamente snaturato. Come al solito, parlare con Maselli è un piacere, per la sua affabilità e la sua esperienza in materia
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Di www.MovieSushi.it   |   03 Settembre 2009
Le Ombre Rosse: Trailer
Un intellettuale di fama mondiale viene invitato nel centro sociale “Cambiare il mondo”, creato nei locali fatiscenti di un vecchio cinema romano. L’uomo resta profondamente colpito dal fermento e dalla vita che anima questo luogo. Da una intervista rilasciata alla “Tv di strada” nasce casualmente un’idea rivoluzionaria: da questi luoghi giovanili così vitali possono svilupparsi delle realtà socialmente e culturalmente innovative. L’idea raccoglie l’entusiasmo generale e diventa un progetto destinato a creare grande clamore mediatico. Si apre un caso internazionale. Tutti si mobilitano e vogliono cavalcare l’occasione. Ma quel fermento vitale che tanto aveva colpito l’intellettuale viene ben presto stravolto, fatto oggetto di diatribe e scontri tra le diverse anime della sinistra. Fino allo smarrimento.
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Di www.MovieSushi.it   |   14 Luglio 2009
Abel Ferrara: Dopo Napoli, vorrei girare a Ischia

Abel Ferrara, premiato con il Ciak di Corallo al piccolo ma prestigioso Ischia Film Festival - vera oasi per cinefili, lontana da lustrini e cotillon ma vicinissima al senso autentico di un festival in cui siano in primo piano opere e autori, più che personaggi da vetrina- ha dichiarato:  "Sono incantato da Ischia, il Castello è un simbolo di bellezza e armonia, di lotta dell'uomo contro i mali del  mondo. E questo festival è per me come un baluardo a difesa del cinema. Girare qui? Magari: trovatemi un produttore e comincio subito".

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Di www.MovieSushi.it   |   14 Luglio 2009
Cosimo Alterio racconta il lavoro con Abel Ferrara per Napoli Napoli Napoli

Dal Bronx di New York a Scampia e agli altri quartieri disagiati di Napoli il passo può essere breve, per chi sa guardare oltre i luoghi comuni che avvolgono queste complesse realtà.

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