Napoli Napoli Napoli: Ridateci Gomorra!

Di   |   08 Settembre 2009
Napoli Napoli Napoli: Ridateci Gomorra!

I panni sporchi si lavano in famiglia? Le mille polemiche legate a Gomorra (libro e film) sarebbero destinate a riproporsi anche in occasione di Napoli Napoli Napoli, il film di Abel Ferrara presentato a Venezia fuori concorso. Se non fosse che, per qualità artistica e portata dell’operazione, è difficile che il documentario del regista newyorchese varchi i nostri confini. Perché un regista americano – seppur di origine italiana – dovrebbe raccontare una realtà nostrana? I risultati potrebbero andare in due direzioni: da esterno potrebbe cogliere degli aspetti che noi, dall’interno, non riusciamo a vedere. Oppure, da persona che vuole informarsi, andrebbe a cercare le prime cose evidenti del fenomeno, fermandosi a questi aspetti.


Come direbbe il Quelo di Guzzanti: la seconda che hai detto. Napoli Napoli Napoli non dice niente di nuovo sulla Camorra, niente che già non si sappia. Il filo conduttore del film è una serie di interviste a delle detenute, quasi tutte dentro per droga, che sono la struttura portante e la costante del film. A esse si intrecciano interviste a esperti, immagini di repertorio, e degli inserti di fiction che mostrano vita criminale e prostituzione.

Il risultato è un affresco senza speranza. Si parla di un posto in cui si respira violenza, di una tensione continua, di persone che appena possono vorranno portare via i loro figli. La novità è una teoria sociologica che dice che a Napoli esisterebbe ancora un ceto sociale, la “plebe”, che i napoletani chiamano i Mao Mao, che sarebbe addirittura un’etnia diversa, che parla una propria lingua, che gli altri non capiscono. Se lo dicono i sociologi, per carità… Però è un discorso che lascia piuttosto perplessi. Così come il fatto che il ritratto sia così totalmente negativo. Gomorra era senza speranza perché parlava di Camorra. Questo è un film che si chiama "Napoli", che è il nome di un'intera città: identificarla totalmente con la criminalità, generalizzare in questo modo sembra piuttosto semplicistico.

A chiudere il cerchio con Gomorra entrano in scena le Vele di Scampia, il non luogo per eccellenza della malavita campana, costruito, sentiamo dire, “per abitare ma non per vivere”, una struttura di tipo penitenziario che fa sentire la gente in carcere anche se non lo è. Il messaggio è lo stesso di Gomorra: l’impossibilità di uscire da questo circolo vizioso. Ma vale la pena di analizzare il rapporto tra i due film. Gomorra è un film di finzione che nasce da fatti veri (quelli raccontati del libro) li drammatizza ma li riporta ai luoghi originari, fotografandoli in modo tale da coglierne l’essenza e, grazie a un alto senso artistico, rendendo tutto più reale del vero. Napoli Napoli Napoli è un documentario che riprende direttamente la realtà, innestando – a tratti – elementi di finzione che dovrebbero risultare realistici, semplicemente perché girati nello stile del documentario. In realtà i momenti di fiction sono semplicemente scritti e girati male, inutili, avulsi e mal integrati nel film. Vince Gomorra, ma Napoli Napoli Napoli si rivela un film inutile e fastidioso al di là della sconfitta. Anche se ci ricorda, come sentiamo dire, che “la negazione dei sogni è ancora più grave di un morto per terra”.
 

Giudizio

  • Ferrara non riesce a dire niente di nuovo sulla Camorra, e racconta Napoli come se fosse solo Camorra. Perdendo la sfida del racconto del reale contro Gomorra
  • 4/10