Film insolito questo Outlander – L’ultimo vichingo, che dal titolo sembrerebbe una rivisitazione in chiave nordica de L’ultimo dei mohicani. E invece, un po’ disorientati, ci ritroviamo davanti un ibrido fantasy/fantascientifico dai toni epici, i tratti del videogame e con qualche sequenza ispirata.
Jamie Blanks, regista del divertente Storm Warning (2007), dimostra di possedere una spiccata tendenza al grottesco. La conferma ci arriva dal suo ultimo film Long Weekend, remake praticamente identico all’originale del 1978, ma con l’aggiunta di un tono tragicomico decisamente divertente.
Ritrovarsi sul set di The Passion diretto da Mel Gibson, ha dato modo a due registi, Francesco Cabras e Alberto Molinari, di porre domande al cast del film rispetto alla religione, a Dio e ai grandi misteri legati alla cristianità.
Il film inizia quando una navicella spaziale si impatta su un maestoso fiordo norvegese in epoxa vichinga. Dall’esplosione nascono due acerrimi nemici: un soldato proveniente da un altro mondo, Kainan, e una creatura assetata di sangue noto come Moorwen. Entrambi, l’uomo e il mostro, sono in cerca di vendetta contro le violenze cha hanno subito. Mentre Moorwen distrugge la civiltà vichinga, uccidendo qualsiasi cosa incontra sul suo cammino, Kainan stringe un’alleanza con i primitivi e feroci guerrieri. Unendo la sua esperienza dovuta alla tecnologia avanzata che conosce alle armi dell’età del Ferro, il nostro eroe cercherà di portare avanti un disperato tentativo di uccidere il mostro prima che lui distrugga loro.
Cinque uomini si svegliano in un magazzino senza avere la minima idea di chi siano o di cosaci facciano in quel luogo. Presto dovranno scoprire chi di loro sia in grado di sopravvivere e chi no.
Cinque persone in uno stanzone con un soffitto altissimo, disperate, tumefatte, alcune immobilizzate, tutte in preda a un'amnesia collettiva e inspiegabile.
So a cosa state pensando: è il loft del Partito Democratico la notte delle elezioni. Sbagliato, è la location principale (una fabbrica chiusa ermeticamente e in mezzo al deserto) di Identità sospette di Simon Brand.