Captain America: Civil War : Recensione

Di   |   26 Aprile 2016
Captain America: Civil War : Recensione

 

Separati in casa

Il problema sono sempre i danni collaterali. Quando nel combattimento per sventare distruzioni apocalittiche da parte dei soliti folli malvagi, muoiono persone innocenti. Come ben sa Superman, anche gli Avengers sono messi sotto accusa. Del resto quando nel paesello c’è un bravo pistolero, arrivano da ogni dove per sfidarlo, creando scompiglio. L’opinione pubblica incalza i governi del mondo libero affinché limitino e regolamentino le incursioni dei Superuomini, anche se mirate al bene della stessa umanità (questo tema è molto sentito al cinema, perché nella vita vera dei civili morti ammazzati nelle varie parti del mondo in guerre varie sembra che non importi molto, specie se sono fuori dal proprio backyard).


Dopo essere stati messi sotto accusa per i danni causati a New York (se ne parla anche in un episodio di Jessica Jones) e dopo i fatti di Sokovia, gli Avengers si trovano coinvolti in una serie di attentati che causano morte e distruzione a Lagos, in Nigeria, e per questo motivo sono costretti a firmare un accordo con le Nazioni Unite. In realtà dietro quei fatti c’è la mente di un semplice essere umano assetato di vendetta, uno stratega dalla mente geniale e diabolica che ha imbastito un piano complesso e articolato, sfruttando le sue conoscenze dell’Hydra, per mettere i governi contro gli Avengers e gli Avengers uno contro l’altro. Perché infatti il gruppo si divide fra chi accetta di abbassare la testa e chi no, e a non accettare è soprattutto Steve Rogers, che vuole difendere il suo vecchio amico Bucky che, pur condizionato stile Manchurian Candidate, è sempre l’unico legame del solitario Captain con il suo lontano passato. Nella macchinazione Bucky viene fatto passare per colpevole e durissima sarà la lotta di Steve soprattutto con Iron Man per convincerlo dell’esistenza di un complotto. Perché il complotto è ben tessuto e farà leva sui punti deboli di tutti, toccando gli affetti veri di cuori troppo spesso molto vulnerabili sotto la corazza dei rispettivi super-poteri. Va dato atto agli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely (gente da grandi blockbuster) ed ai registi, i fratelli Anthony Russo e Joe Russo, già responsabili di The Winter Soldier e del prossimo Infinity Part, di avere ripreso alla perfezione, nei 147 minuti del film, tutti i fili in sospeso, che ad ogni film vanno rilanciati, riallacciati, all’interno del lungimirante progetto che da anni prende, abbandona, riprende tutti i personaggi dell’Universo Marvel intrecciando le loro storie, le battaglie per l’umanità, le lotte con se stessi e fra i vari membri. Buon prodotto di intrattenimento come sempre, anche più di sempre, pure questo episodio fa il suo lavoro, traendo forza soprattutto dall’inserimento di nuovi personaggi (nuovi per modo di dire), perché in assenza di Thor e Hulk troveremo il nuovo Spider Man, raffigurato come un simpatico ragazzetto nerd (un ben scelto Tom Holland), e ritroveremo l’altrettanto simpatico Ant-Man e un nuovo personaggio destinato a un futuro importante, Pantera Nera (ottima new entry per Chadwick Boseman). Interessante anche la scelta di Daniel Brühl per Zemo. Qua e là fa capolino il solito humor (meno che in altre occasioni ci è sembrato), e non manca l’elemento ludico più fracassone ma non troppo, come si apprezzerà nell’esaltante scena del combattimento sulla pista di un aeroporto, con a tratti quella vena più malinconica che sempre hanno i film centrati su Captain America, il più “umano” degli eroi-amici/nemici. Per farli tornare insieme, bisognava farli dividere. Questa puntata della saga è costruita per scatenare la divisione interna fra gli Avengers, per dare loro modo di cadere e rialzarsi, di allontanarsi per ritrovarsi. Missione compiuta con successo. Nella copia che ci è stata mostrata, nei titoli di coda era presente una sola scena extra ma potrebbe esserci qualcosa di più, consigliamo di restare seduti fino alla fine, per vedere altri eventuali agganci alle prossime produzioni. Che ci accompagneranno ancora per altri anni, sul grande e piccolo schermo, facendoci sentire come scolaretti che ormai Disney tiene fermamente per mano, per condurli nei tanti mondi dell’immaginario collettivo, ormai saldamente (e quasi interamente) in loro possesso.

 

 

Giudizio

  • Quasi 8
  • 7/10