In America: Romanticismo e drammi famigliari per un ritrovato Sheridan
Di Paolo Zelati | 06 Febbraio 2004Il ritorno sul grande schermo dell’irlandese Jim Sheridan (Il mio piede sinistro) è stato immediatamente salutato con grande entusiasmo dalla critica americana, tanto da aggiudicarsi ben sei nomination agli “Independent Spirit Awards” (gli Oscar indipendenti USA), tra cui quella di miglior film dell’anno. Inoltre, persone vicine all’Academy hanno fatto circolare indiscrezioni che indicano In America come vero e proprio outsider in vista della notte degli Oscar.
Dal maestro del racconto Jim Sheridan, questo racconto ruvido e profondamente personale sulla ricerca di una famiglia della sua identità. Attraverso le esperienze di due giovani eroine, Sheridan trasforma quella che era una devastante tragedia, in una storia tinta di humor che ci parla di memoria, segreti, amore, perdita, del partire insieme da zero.
Ginger Snaps, Unleashed: Il ritorno, gradito, della giovane licantropa
Di Paolo Zelati | 30 Gennaio 2004Visto il successo del primo capitolo, nel 2004 arriva puntuale il sequel; dietro alla macchina da presa troviamo Brett Sullivan.
Sei persone si svegliano in una stanza vuota. O per essere più precisi in un cubo. Per essere ancora più precisi, in un cubo a cui ne corrisponde, per ogni lato, un altro che probabilmente a sua volta è collegato ad altri e così via. Alcuni di essi contengono terrificanti trappole invisibili.
Che Lars Von Trier ami sperimentare, rischiare e soprattutto, provocare lo sanno ormai proprio tutti. Lo sanno i suoi ammiratori che per questo lo amano e lo sanno i suoi detrattori che per questo lo odiano.
Dogville è un film caustico, radicalmente pessismista e che quasi fastidiosamente non offre mai allo spettatore alcun tipo di speranza o riconciliazione. La prima parte di quella che sarà una trilogia dedicata agli Stati Uniti d'America (chiamata provocatoriamente dall'autore stesso America: terra delle opportunità), è un'opera sconfortante come poche altre per il modo in cui descrive analiticamente l'innata ferocia che alberga nell'animo umano. Da questa prospettiva può venire in mente, anche se si tratta di due film diversissimi, lo sconvolgente Cane di paglia (1971) di Sam Peckinpah con il grande Dustin Hoffman.
Kill Bill: Volume 1: La vendetta è un piatto che va servito con classe
Di www.MovieSushi.it | 24 Ottobre 2003Litri di sangue che allagano il set fino a colpire la macchina da presa e a “impallare” il punto di vista dello spettatore come fossimo in un cruento videogame, tanta azione, nessun momento riflessivo e, strano a dirsi per un film di Tarantino, poche parole (l'intera seconda parte del film è dedicata alla lotta di Black Mamba/Uma Thurman contro il boss della Yakuza Lucy Liu e il suo temibile entourage). Delle lunghe e davvero ben scritte chiacchierate tra i personaggi de Le Iene, Pulp Fiction o Jackie Brown, con tanto di dissertazioni surreali su hamburger, dischi musicali e cultura pop in generale, rimane ben poco. Non mancherà comunque l'occasione per il riscatto, da questo punto di vista, nel volume 2 di Kill Bill: chi non ricorda infatti il discorso di Bill a Black Mamba sulla differente filosofia alla base di Superman e Spiderman?
Dead End - Quella strada nel bosco: La sfida dell'horror d'oltralpe
Di Paolo Zelati | 26 Settembre 2003È la vigilia di Natale. Una macchina sfreccia nel buio della notte. Al suo interno si trova una tipica famiglia americana che si sta recando al classico cenone natalizio a casa dei nonni; padre (quel Ray Wise già papà di Laura Palmer in Twin Peaks), madre, figlio adolescente (rigorosamente ribelle), figlia bionda e perfetta accompagnata dal fidanzato. Ormai questo viaggio è una consuetudine che dura da anni, ma questa volta la routine viene interrotta dalla decisione del padre di lasciare l’interstatale per sperimentare una scorciatoia nei boschi. L’idea però si rivela clamorosamente sbagliata. All’improvviso l’allegra famigliola si trova catapultata in una dimensione folle e spaventosa dove le strade sembrano non portare da nessuna parte oppure sempre nello stesso luogo (come la Hobb’s End di Il seme della follia); uno dopo l’altro i passeggeri della vettura cominciano a morire. A governare il macabro gioco paiono essere un’enigmatica donna vestita di bianco e un’inquietante macchina nera.
20.000 anni fa: la Terra sta entrando nell'era glaciale. Tutti gli animali iniziano la migrazione verso il sud, alla ricerca di un clima più caldo.