Di Giuliana Molteni   |   26 Aprile 2012
Hunger: Recensione

Il corpo come un'arma 
L'Irlanda è stata un paese senza pace, lacerato da una feroce guerra civile che ha le sue radici negli anni '20, come conseguenza della mancata indipendenza dall'Inghilterra, guerra che è proseguita sotterranea per poi esplodere con violenza indescrivibile fra la fine degli anni '60 e il 1998, quando finalmente e in modo del tutto inaspettato ha avuto fine con l'accordo del "Venerdì Santo". Il film di Steve McQueen risale al 2008 e solo oggi viene distribuito nelle sale, sull'onda della fama nel frattempo conseguita dal protagonista, allora poco noto, Michael Fassbender, divenuto un divo mondiale dopo aver interpretato l'altro ormai famosissimo film di McQueen, Shame: due storie del tutto differenti nelle quali il corpo è il soggetto, un corpo che vince sull'uomo in Shame, con la sua spinta sessuale che ne fa un'arma contro se stesso, e che in Hunger è vinto invece dalla volontà del protagonista di farne un'arma contro il sistema.

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Di Giuliana Molteni   |   24 Febbraio 2012
Hysteria: Electric Dreams
Isteria: dal greco hustéra, perché già nella Grecia del IV secolo a.C. si considerava l’utero la causa scatenante di certi disturbi femminili. Dalla notte dei tempi (e talvolta ancora oggi) si definivano isteriche le rappresentanti del sesso femminile, quando tenevano comportamenti illogici, eccessivi, incomprensibili, ingiustificati. Ovviamente a non capire, a non giustificare erano gli uomini. Perfino Freud ha fondato gran parte delle sue teorie sullo studio di queste manifestazioni patologiche e fino al 1952 l’isteria, stato angoscioso con manifestazioni di pianto, malinconia, irritabilità, rabbia, aggressività e naturalmente di  “ninfomania”, è stata considerata dall’istituto psichiatrico americano un disturbo mentale femminile. Nel passato, in casi estremi, la donna poteva essere ricoverata in un manicomio, dove le veniva praticata l’asportazione dell’utero (pratica che con le condizioni igieniche dei tempi spesso equivaleva a una condanna a morte), individuando nell’apparato genitale la fonte di tutti i mali. Perché è in quella zona che risiede il mistero più grande della donna, la sua sessualità, la capacità di generare ma anche di provare piacere.
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