Si sa che la moda del remake è piuttosto in voga a Hollywood, specialmente per quel che riguarda il filone horror. Sembra infatti che Mark L. Smith, sceneggiatore di Vacancy e The Hole 3D, stia scrivendo il rifacimento di Martyrs, uno dei capisaldi della nuova ondata gore francese (insieme ad Alta tensione e À l’intérieur).
Confermando il trend positivo di questi ultimi anni, anche il 2009 si è dimostrato un anno decisamente fertile per il cinema horror. Oltre all’ormai assodata invasione di remake e di sequel (Saw VI, solo per fare un esempio), l’anno ha visto l’uscita di piccole/grandi gemme provenienti da diverse parti del mondo e ha incoronato Paranormal Activity come “il più grande successo commerciale nella storia della Paramount Pictures”. Ora, visto che l’Italia (sia in fase di distribuzione che, a maggior ragione, di produzione) ha vissuto un altro anno di triste immobilismo “dando alla luce” prodotti come Smile, la nostra classifica terrà conto (oltre che delle uscite nei cinema italiani nel corso del 2009) anche dei titoli usciti (in dvd o al cinema) nel resto del mondo. Il messaggio è esplicito: recuperateli!
Di solito, quando un film è talmente estremo (in tutte le eccezioni del termine) da dividere in modo radicale il giudizio del pubblico (dove per pubblico si intende critici, giornalisti, appassionati o semplici curiosi), allora ci troviamo di fronte a qualcosa di interessante. Non necessariamente di bello (chi scrive, per esempio, sta dalla parte di chi vorrebbe bruciare ogni copia esistente di Irréversible, film scandalo-snob di Gaspar Noé) ma, sicuramente, meritevole di attenzione e che si allontana, per diversi motivi, da quella “visione addomesticata” alla quale siamo, ormai, troppo abituati.
Gli appassionati di horror che già pregustavano il remake di Hellraiser molto probabilmente saranno destinati a rimanere delusi. Le parole del regista Pascal Laugier, oggi a Roma per presentare l'horror Martyrs, lasciano davvero poche speranze che il progetto vada in porto.
Il fanatismo e l'ossessione umana nella loro più cruenta ed estrema manifestazione. Questo è Martyrs, del regista francese Pascal Laugier (Saint Ange). Il film è un cruento horror che con le sue infinite linee narrative spiazza ad ogni istante lo spettatore, soprattutto perché poi non fa della violenza e delle immagini feroci la propria ragion d’essere. Alla base c'è infatti un'idea (questa illustre sconosciuta negli horror contemporanei), sviluppata in modo coerente ed equilibrato nel modo più folle e terrorizzante che vi possa essere.
Da dove deriva l’idea del film?
DM: Io e Xavier volevamo fare un film che fosse diretto al pubblico, un prodotto popolare nel senso più nobile del termine. Noi non siamo contrari al cinema d’autore ma preferiamo i film che comunicano con tutte le categorie di pubblico. In questo caso si tratta di un film horror, però ci tengo a precisare che noi non siamo dei fanatici del genere, amiamo tutti i generi allo stesso modo.
XP: Quando abbiamo deciso di fare un film di questo tipo l’idea era quella di basarci su delle paure quotidiane, molto comuni; così abbiamo cominciato a chiedere in giro tra i nostri amici e la risposta più gettonata è stata: “La cosa che più mi terrorizza è pensare a degli intrusi che entrino in casa mia”. Da questa idea di base abbiamo sviluppato il resto della storia.
Romania, piena notte. Una macchina sta attraversando una strada in mezzo al bosco; all’interno dell’abitacolo ci sono due donne: la madre sta guidando mentre la figlia si trucca. Ad un certo punto qualcosa appare in mezzo alla strada; per evitare l’ostacolo la macchina va a sbattere contro un palo. La madre scende e apre il cofano per controllare gli eventuali danni: all’improvviso scompare. La ragazza scende in cerca della donna e si accorge di non essere sola, ode dei bisbigli uscire dai cespugli e, mentre comincia a piovere, terrorizzata si rifugia in macchina pensando di essere al sicuro... In questo fulminante prologo sono racchiuse le coordinate espressive di Ils, ennesima, ottima sorpresa proveniente dalla Francia.
Tutto procede tranquillamente sul manicomio criminale Dante 01 (cruciforme) in orbita attorno ad un pianeta inospitale.
I tre scienziati e i due infermieri svolgono pacificamente i consueti studi comportamentali ed esperimenti genetici sui criminali psicopatici che, volontariamente, hanno accettato di scontare nello spazio profondo la loro pena. Tutto tranquillo, dunque, finchè non viene recapitato un nuovo prigioniero, che i compagni di cella (Cesare, Attila, Lazzaro, Buddha, Moloch, Raspoutine) chiameranno San Giorgio per via di un brutto tatuaggio su una spalla.
E le cose cominciano a cambiare, benché lo spettatore continui a chiedersene il motivo e le dinamiche. Chi è San Giorgio? Chi quello sconosciuto sempre afflitto da atroci dolori, che si contorce sul freddo pavimento di metallo. Chi è quell'uomo misterioso che è in grado di curare le persone (novello John Coffey) e calmare le esplosioni di follia e violenza dei suoi compagni?