Il cacciatore di giganti 3D
Di Giuliana Molteni | 28 Marzo 2013Stairway to Giants
Fee-fi-fo-fum, I smell the blood of an Englishman, nella nostra traduzione divenuto Ucci ucci sento odor di cristianucci. Jake e la pianta di fagioli è un racconto popolare della tradizione anglosassone, più conosciuto adesso anche da noi, dopo la versione che ne è stata data nel film Il Gatto con gli stivali. In fondo alla gigantesca pianta che si inerpicava vero il cielo il gattone trovava però solo un'enorme oca con le sue uova d'oro, non il gigante della versione scritta. A mettere le cose a posto ci pensa Bryan Singer, piazzando nel mondo in mezzo alle nubi non uno ma uno stuolo di giganti affamati di carne umana, esasperati da un lungo, forzoso esilio e ben decisi a riprendersi il dominio della Terra.
(Il film Jake the Giant Killer del 1962 non ha in realtà collegamenti con la storia qui raccontata, se non per il nome del protagonista e per la presenza di un gigante). Con la collaborazione del fido Christopher McQuarrie, al suo fianco fin dai tempi dei Soliti sospetti e ora anche regista di Jack Reacher, Singer mette in scena la storia del mite contadino Jake (bel ragazzo però e di buone maniere, altrimenti come farebbe la Principessa di turno a innamorarsi di lui?), che si trova a essere protagonista della leggenda che mamma e poi papà gli hanno raccontato per tutta l'infanzia, quella dei giganti e dei fagioli magici. Gli appetitosi legumi, se piantati e innaffiati, diventeranno istantaneamente una scala per arrivare al mondo dei Giganti, colossali e crudeli creature che un incantesimo ha tenuto lontane dal nostro mondo per secoli. Ma un ambizioso e astuto Lord (Stanley Tucci) tesse le sue trame per diventare lui il capo dei Giganti e condurli alla conquista del trono del buon Re Brahmwell (Ian McShane), con la cui figlia (Eleanor Tomlinson) è già riuscito a fidanzarsi, anche se la ragazza mostra palesi simpatie per il proletario Jake. Mentre in alterne vicende il possesso dei fagioli e della corona passa da cattivi a buoni e così via, a ricoprire il ruolo di salvatori della patria saranno Jake, che si è lasciato coinvolgere nella terrificante avventura per amore della Principessa, e il fiero ufficiale di corte Elmont (Ewan McGregor), eroe un po' fighetto, che rischia di finire come un involtino al forno. Finalino umoristico, divertente ma che non lega con il tono seriamente fiabesco dato alla narrazione (forse propiziatorio per un poco eventuale sequel). Il film, che negli Stati Uniti non sta riscuotendo il successo atteso (e necessario per rientrare nei costi), è stato girato in 3D con le macchine Epic Red (quelle di Lo Hobbit e Prometheus), con i giganti interamente in CG modellati su veri attori (per il loro capo ha messo a disposizione la faccia Bill Nighy). Singer come regista sembra lavorare al minimo sindacale, con una regia professionale ma senza particolare personalità. In latitanza di idee nuove, anche per il fantasy si continua a pescare nel repertorio delle più note fiabe (è in arrivo un Hansel & Gretel) ma a meno di essere fanatico del genere un adulto non si strapperà i capelli per l'entusiasmo, perché, pur ottimamente realizzato, Il cacciatore di giganti non è una storia appassionante o emotivamente coinvolgente. Il film è un ottimo prodotto per ragazzini, non troppo piccini però, perché potrebbero spaventarsi di fronte agli orridi giganti antropofagi (anche se ci vengono risparmiati inutili dettagli sanguinolenti della loro ferocia). Attendiamo Singer con il suo prossimo capitolo della saga X Men, attualmente in pre-produzione, per rifarci la bocca.
Giudizio
- Spettacolare ma irrilevante
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