Il pescatore di sogni: Recensione

Di   |   18 Maggio 2012
Il pescatore di sogni: Recensione

Risalire la corrente 
La pesca con la mosca metafora di un metodo di vita, se non addirittura Lo zen e l'arte della pesca con la mosca. Dopo In mezzo scorre il fiume, nuovamente questo tipo di attività (da alcuni definita sportiva) cambierà la vita di tutti coloro che il destino si divertirà a radunare intorno a quella canna da pesca, nel raggio d'azione delle morbide evoluzioni della lunga lenza. Per migliorare la propria immagine, dopo l'ennesima "strage per caso" compiuta in Medio Oriente, il vice Ministero degli Esteri inglese, la volitiva e cinica Patricia, Kristin Scott Thomas, decide di dare supporto a un progetto all'apparenza folle. Un ricchissimo sceicco arabo (Amr Waked) ha intenzione di ricreare nel suo Yemen un paesaggio naturale tale da poter accogliere i salmoni scozzesi, della cui pesca lo sceicco, un personaggio ortodosso ma illuminato, è un grande appassionato.

Il progetto è seguito dallo studio legale londinese che amministra le sue fortune, nella persona di Harriet, Emily Blunt, bella, preparata, intraprendente, single. Patricia incarica una serie di mediocri burocrati, i soliti scalda-poltrona stile The Office, rappresentanti tipici di una burocrazia inetta di cui evidentemente non deteniamo l'esclusiva. Di rimbalzo l'esecuzione materiale, considerata una vera patata bollente, finisce scaricata sulle ingessate spalle di Fred (che di cognome fa Jones, ma con Indiana ha ben poco a che fare, almeno all'inizio), un mezze- maniche irrigidito dentro una gabbia di conformismi. Tutti coloro che restano coinvolti nella faccenda ne usciranno con le vite cambiate (non proprio tutti, si sa che la Politica è impermeabile per definizione...). Senza la pretesa di assistere a un capolavoro della cinematografia, Salmon Fishing in the Yemen, questo il titolo originale, si rivela una deliziosa commedia inglese, una surreale e divertente metafora della vita che con gusto sbeffeggia alcuni rappresentanti da manuale dei britannici vizi. La brillante sceneggiatura è scritta da Simon Beaufoy, già autore di Full Monty e The Millionaire. Dirige Lasse Hallström (Buon compleanno Mr Grape, Chocolat, Hachiko), da sempre autore di un elegante cinema commerciale, con quel tanto di sentimento (sentimentalismo), al quale qui viene tolta una buona dose di melassa grazie a battute spassose e personaggi descritti con humor, realizzando una delle sue piacevoli favole da andare a vedere per rilassarsi.

Giudizio

  • Satira con sentimento
  • 7/10