Safe House - Nessuno è al sicuro: Nessuno è al sicuro
Di Giuliana Molteni | 01 Marzo 2012
Tobin Frost (Denzel Washington) è un cane sciolto pericolosissimo, un ex-agente CIA che da anni ormai vende segreti al miglior offerente. Adesso è in possesso di un file talmente destabilizzante che sulle sue tracce si scatena un esercito di spie e sicari. Matt Weston è un giovane agente, addetto alla custodia di una “Safe House” a Città del Capo, dove Frost viene intercettato. Stanco della monotona routine e speranzoso di un trasferimento a Parigi, dove sta per andarsene l’amatissima fidanzata, si trova catapultato in un intrigo ben più grande di lui. Dopo una prima, devastante irruzione nel rifugio, appare chiarissimo che qualcuno non vuole morto solo Frost, ma anche Weston. In mezzo a spie, traditori, mercenari, inganni, trappole, agguati, inseguimenti, incidenti, combattimenti, sparatorie, senza un attimo di respiro i due fuggono, uno dall’altro, entrambi dai mercenari, Frost anche dalla CIA, e probabilmente anche Weston. Pivello contro professionista, recluta contro istruttore, allievo contro maestro, funzionari governativi contro mercenari, tutti contro tutti. Per il re e per la patria? Soprattutto per se stessi. Sarà un’ecatombe.
Adrenalinico è l’aggettivo più scontato ma non per questo meno appropriato per definire il film, che però non manca in un’attenta caratterizzazione dei personaggi, pur all’interno dei consolidati, gloriosi stereotipi di genere. Denzel Washington è sempre a suo agio, dopo anni di “buonismo” edulcorato, in ruoli ambigui quando non negativi. Ryan Reynolds con la sua faccia da bamboccio attonito, cerca di sopravvivere, mentre subisce il più accelerato corso di formazione immaginabile, non solo al lavoro ma alla vita. Intorno a loro un ottimo gruppo di supporto: i due funzionari della CIA Vera Farmiga e Brenda Gleeson, i superiori di Matt, e Sam Shepard, il superiore di tutti; Ruben Blades, il vecchio professionista; il libanese Fars Fares, killer senza pietà; il collega di Matt, Joel Kinnaman, che sta muovendo i suoi passi nel cinema americano (L’ora nera, Millennium), dopo il successo della serie tv The Killing; il veterano Robert Patrick. Da tenere d’occhio la bella francese Nora Arzender, la fidanzata di Matt. Dirige lo svedese Daniel Espinosa, uno che al suo debutto in una grande produzione sembra già avere le idee chiarissime su come si realizza un action appassionante, pur avendo alle spalle solo un film di successo in patria, Snabba Cash (Easy Money).
Ottima colonna sonora di Ramin Djawadi (che a tratti ricorda il Cliff Martinez di Solaris), mentre sui titoli di coda martella la splendida No Church in the Wild di Kanye West featuring Jay-Z, dal titolo quanto mai pertinente. Anche un film di pura azione ci può lasciare con una bella citazione. Questa volta è di William Butler Yeats: Quando il sacrificio dura a lungo, fa il cuore pietra.
Giudizio
- Senza respiro
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