Via libera dunque alla creatività del Dottor Wu, cui gli incidenti delle precedenti puntate non hanno proprio insegnato nulla. Così ha creato nuovi mostri, per soddisfare un pubblico che si satura in fretta, arrivando a considerare un T-Rex come una versione cattivella di un qualunque elefante. Ma a forza di mischiare DNA prima o poi si esagera (qui data l'efferata malvagità del soggetto deve aver aggiunto anche un pizzico di materiale di provenienza umana). E così parte la solita sequenza di fail, una più epic dell'altro, per arrivare velocemente allo sfracello totale, con il necessario contributo del solito mix di egoismo, imbecillità, imprudenza e fatalità, cui si aggiunge, oltre allo scienziato pazzo, anche il militare folle, nella figura del capo della militarizzata Security del luogo (affidato al solito infido Vincent D'Onofrio), che vagheggia un Medio Oriente in cui i talebani siano scovati, inseguiti e pappati da tanti piccoli velociraptor. Chris Pratt è una specie di simpatico Indiana Jones, amante dei dinosauri più che dell'umanità e non a torto; l'algida Dallas Bryce-Howard passa femminilmente attraverso ogni sorta di catastrofe, sempre sui tacchi alti e senza troppe macchie sul candido vestito, solo il caschetto di capelli è alla fine un po' sciupato dall'umidità. I due immancabili ragazzini sono puro pretesto per ulteriori complicazioni e il miliardario misticheggiante ma assai incauto è Irrfan Khan. Si riconosce Omar Sy, alla sua prima mega-produzione, sprecato in un ruolo anonimo, speriamo in un suo futuro uso più proficuo da parte della cinematografia americana. Divertente e incalzante, Jurassic World come d'uso è costituito da una concatenazione di disastri, che pur ripetitivi e sulla scia dei film precedenti, intrattengono a dovere, correndo verso un finale che ricorda le lotte fra giganteschi mostri dei film Toei. Puro prodotto di facile intrattenimento, entusiasmerà i più piccoli e anche gli adulti, purché disposti ad abbandonarsi al fanciullino interiore.