Il film è anche affidato, come richiamo sul pubblico, a un sempre simpatico George Clooney, che qui non sfrutta il fascino delle sue tempie grigie, riciclandosi come figura paterna. Frank (Clooney) da bambino ha davvero visto come sarebbe stato il futuro, dopo uno strano incontro alla fiera delle invenzioni negli anni '60, dove si era presentato con tutto il suo entusiasmo di piccolo genio. Era un futuro molto bello, cosa è successo per ridurci come siamo adesso? Molti decenni dopo anche l'adolescente Casey, sveglia e intrepida figlia di ingegnere NASA licenziato, positiva e pragmatica, ha una fuggevole visione dello stesso futuro e si ostina a ritrovarlo, per entrarci e restarci, perché tanto più bello del nostro presente. Non può immaginare di essere una pedina in una scacchiera in cui si gioca il futuro del nostro pianeta, per salvare il quale dovrà tornare in campo un disilluso e ingrigito Frank, divenuto un adulto che ha perduto tutti i suoi sogni. "Tomorrowland" è un'attrazione creata da Walt Disney a Disneyland, nel 1955, che avrebbe dovuto evolversi nel mai realizzato progetto EPCOT negli anni '60 (Experimental Prototype Community of Tomorrow). Negli States erano anni di grande slancio, di fiducia nel futuro, nel progresso scientifico, in un uso virtuoso delle scoperte. Nel '69 gli americani erano andati sulla Luna. Adesso si smantellano le basi di lancio e si lascia che il gelo del pessimismo paralizzi i nostri cuori, le nostre menti, mentre l'ottimismo sarebbe capace di modificare addirittura la materia. La storia è macchinosa e c'entrano grotteschi androidi cattivi stile Matrix, spostamenti nel tempo (anche di pochissimo), viaggi in dimensioni parallele, citazioni di Men in Black, architetture alla Hugo Cabret e un'aura simpaticamente retrò, da far venire in mente la serie Spy Kids di Robert Rodriguez, ma meno fumettosa e caciarona. Il messaggio che sta a cuore agli autori però (e mettiamo nel mazzo produttori, sceneggiatori e regista) è diverso ed è così caramelloso da far sembrare amara la Coca Cola che la ragazzina si scola avidamente in una scena del film. Clooney si presta con disinvoltura e forse anche con convinzione, Britt Robertson (Under the Dome, Life Unexpected) è la perfetta adolescente senza fronzoli, carina e in gamba, ma le ruba la scena la deliziosa dodicenne Raffey Cassidy, una che sicuramente vedremo crescere bene. Hugh Laurie fa il cattivo/antipatico e chi se non lui? Gran belle trovate scenografiche ed effetti degni di un budget di 2000 milioni di dollari. Purtroppo nel settore live-action Tomorrowland per la Disney potrebbe essere un insuccesso paragonabile a quello dei precedenti film Prince of Persia, John Carter o The Lone Ranger, staremo a vedere. Probabilmente, temiamo, la scrittura di Damon Lindelof, co-sceneggiatore insieme al regista, uomo che ci ha resi diffidenti grazie a lavori come Lost, Prometheus, The Leftovers, si è male intrecciata alla positività entusiasta di Bird, provocando appunto l'altalena fra i toni del film, la cui giocosa atmosfera anni '80, tale da fare pensare a Steven Spielberg (o al J. J. Abrams di Super 8), viene inutilmente appesantita da troppe "spieghe " arzigogolate nella seconda parte, oltre che da qualche incongruenza. E si esce dalla sala rimuginando che il film è un prodotto tipicamente Disney, e anche più "Disney" del solito, una storia per lieta famigliola e figli piccoli (perché se più grandi vorrebbero andare a vedere Fast & Furious o Avengers). E in quel momento si comprende che non ha mancato il bersaglio il messaggio del film, perché davvero nella nostra cinica disillusione non riusciamo nemmeno a farci trasportare da una gentile favola fantascientifica con risvolti educativi. Abbiamo davvero dato da mangiare al lupo sbagliato.