The Martian è stato pubblicato anche in 3D ma qui parliamo della versione in 2D. L'immagine (il film è girato in digitale) è di nitidezza e dettaglio impressionanti, nella resa delle splendide location della giordana Wadi Rum, che diventa un credibilissimo "Pianeta rosso", dei protagonisti umani e delle sequenze nel grande buio dello spazio. La resa è anche sempre fedele alle tonalità della fotografia originale di Dariusz Wolski, che passa dalle vivide tonalità sul pianeta a quelle più spente e desaturate della parte terrestre. L'audio italiano è in un soddisfacente DTS 5.1, per rendere con coinvolgimento un quadro sonoro molto ricco di effetti, potente e molto dettagliato, con una costante, precisa direzionalità. Ottima resa anche della bella colonna sonora che contiene diverse canzoni da disco music anni '80 (la compilation lasciata alla base dal Comandante, che è Jessica Chastain) e si chiude con Gloria Gaynor e la sua evergreen I Will Survive. Una sequenza è costruita lungo le note di Starman e mai scelta fu più azzeccata perché proprio Bowie tanti e tanti anni fa aveva precorso il tema del Lost in Space con il suo profetico Major Tom. Come extra, un'ora circa di materiale, troviamo una serie di finti documentari: "Segnale acquisito" si occupa dell'animazione in CG con interviste a regista e Andy Weir, autore del libro da cui è tratto il film. Seguono "Occupare Marte: casting e costumi" e "Ares III: reintegrarsi sulla missione" che mostra le misure messe in atto per il salvataggio; in "Ares: la nostra più grande avventura" un astrofisico parla della missione; "Dopo l'isolamento" è dedicato alla formazione dell'equipaggio, con intervento dello psicologo; in "Allenamento estremo" Damon reclamizza abbigliamento sportivo; "Farlo tornare" mostra l'interesse dell'opinione pubblica mondiale nei confronti dell'operazione di salvataggio. Per chiudere, una ricca "Art Gallery" e le gag. Il biologo Mark, di stanza su Marte per la terza missione Nasa, durante un'affrettata evacuazione, colpito da un'antenna, inghiottito nel turbine, viene dato per morto e abbandonato. Così però non è, Mark rinviene, si cura le ferite, si organizza pragmaticamente per la sopravvivenza all'interno della base abbandonata e alla fine riesce pure a trovare il modo per dare notizie di sé al suo mondo, che nel frattempo lo ha pianto e sepolto, con sincero cordoglio. A quel punto la NASA si trova costretta a organizzare un piano per il suo recupero, e in tempi brevi, con i responsabili stretti fra problemi politici, di bilancio e di coscienza. Ma nessuno può davvero pensare di abbandonare Mark a morire da solo, soprattutto dopo che le trasmissioni sono state ripristinate e tutti possono vedere l'uomo, un piccolo puntino che si muove instancabile sulla desertica superficie del pianeta come una formichina operosa, per sopravvivere nell'attesa, per collaborare come può. Perché Mark è un Robinson, un Cast Away che sa che prima o poi una nave passerà, per raccattarlo e riportarlo alla sua Terra. Potete leggere qui la nostra recensione completa di Sopravvissuto – The Martian del 01/10/2015