Katy Perry – Part of Me: Recensione

Di   |   17 Settembre 2012
Katy Perry – Part of Me: Recensione

Un vero fuoco d'artificio
Un tempo si doveva aspettare di essere vecchi e famosi, per avere un film dedicato alla propria vita, a meno di avere la sfortuna di morire giovani. Oggi, come in tutti i campi, si va più in fretta e così può capitare di vedere un documentario sulla vita di una ventisettenne come Katy Perry, dopo circa quattro anni di notorietà. E a sorpresa di divertirsi e apprezzare una parabola ascendente interessante, che mostra come ci sia della sostanza dietro la barriera di coloratissimi strass che ricoprono il mondo glitterato nel quale si aggira la simpatica ragazza, agghindata come il personaggio di una favola buffa. Nata da genitori cristiani pentecostali, con il padre predicatore itinerante, seconda di tre figli, Katy ha cantato e ballato fin da piccola, ha avuto una parentesi gospel, ha composto le sue canzoni, muovendosi sempre nell'ambito religioso, isolata dalle influenze del mondo musicale contemporaneo, che le si è rivelato intorno ai 17 anni, quando per la prima volta ha ascoltato I Oughta Know di Alanis Morissette, una rivelazione.


Da quel momento ha capito quale era la musica che aveva dentro e soprattutto cosa davvero voleva dalla vita. Trasferita a Los Angeles, è passata attraverso vari produttori e case discografiche ritrovandosi anche in ristrettezze economiche nei primi anni del 2000, per arrivare finalmente sotto contratto di chi ha saputo bene amministrarla. Con l'album One of the Boys nel 2008 ha superato ogni previsione di vendita, accumulando premi su premi e conquistando fama internazionale, confermata nel 2010 con Teenage Dream, dal quale sono stati estratti ben sei singoli tutti di grandissimo successo. Il film la segue lungo il suo recente tour mondiale, durato un anno, con interviste a tutta la crew e alla famiglia, con cui è rimasta in ottimi rapporti, mostrando molti numeri musicali, sulle basi delle sue più note canzoni. In background si consuma la sua storia d'amore con l'eccentrico e poliedrico attore inglese Russell Brand, conosciuto sul set di In viaggio con una rockstar, sposato nel 2010, che però ha chiesto il divorzio dopo soli 14 mesi di un matrimonio dalle frequentazioni troppo faticose, date le distanze che separavano i due sposi. Nella migliore tradizione dello "show must go on" (declinazione inglese del nostro "ridi pagliaccio") vedremo Katy sinceramente disperata sul punto di annullare il suo concerto più affollato, quello di San Paolo, ritrovando all'ultimo la forza di salire sul palcoscenico. Il documentario diretto da Ed Lovelace e James Hall alterna pubblico e privato in modo tradizionale, mischiando famiglia, amici e staff, passato e presente, alle sue piacevoli canzoni, messe in scena con scenografie, coreografie e costumi curatissimi, per uno show rutilante ma che non si prende troppo sul serio, senza le algide morbosità di Madonna e le pretese da guru esistenziale di Lady Gaga. Siamo in presenza di un prodotto onestamente promozionale, indirizzato ai fan, con i quali Katy ha un rapporto strettissimo, sia attraverso i social network sia proprio materialmente, nei backstage dei suoi concerti, ma che può risultare interessante anche per chi avesse solo orecchiato i suoi successi. La visione di questo come di tanti altri film-documentari su celebrità di vario genere fa ben comprendere una volta di più come, tranne rarissime eccezioni, per arrivare al top ci voglia una volontà di ferro e tantissima capacità di sacrificio, perché a certi livelli la carriera prosciuga completamente l'esistenza e per resistere ci vuole veramente molto carattere (e una salute di ferro). Ovvio che si spera che in abbinata ci sia anche talento artistico vero e che non sia tutto marketing. La storia di Katy Perry sembra un esempio calzante, perché la ragazza ha le sue doti, e una salute di ferro. Il film sarà proiettato dal 18 al 20 settembre in 2D in 36 sale del circuito The Space Cinema, all'interno del palinsesto The Space Extra, che si propone di offrire al pubblico contenuti diversi dalla normale programmazione cinematografica e finora sta mantenendo le sue promesse con un cartellone ricco di proposte interessanti.

Giudizio

  • La vita sempre su un palco
  • 7/10