Prom - Ballo di fine anno: Ancora un ballo

Di   |   22 Agosto 2011

Cosa può riunire sotto lo stesso tetto e per la stessa occasione diverse tipologie scolastiche come i secchioni, gli atleti, le reginette, i teppisti, i buffoni? Ma lo storico, inesorabile Ballo di fine anno, la famosa Prom (da Promenade) Night, circostanza al centro di innumerevoli film teen, fonte di ogni tipo di palpitazione sentimentale, di effimero e superficiale trionfo o inguaribile frustrazione esistenziale, culmine glorioso o abisso traumatico che segna una vita. L’evento è visto in modo contraddittorio dai poveri genitori, incoraggiato come attimo di affermazione sociale ma paventato per gli eventuali, liberatori eccessi sessuali, spesso frequentato da maniaci omicidi come tanti divertenti horror ci hanno insegnato. Non preoccupiamoci, però, nel liceo made in Disney tutto è all’acqua di rose, ogni tipologia si cui sopra edulcorata e ogni spigolo smussato. Tutto si risolverà nel modo che si può agevolmente prevedere dopo circa cinque minuti di proiezione.

La narrazione si concentra su una coppia, mostrandoci le ambasce di un manipolo di altre secondarie, cogliendole nell’attimo fuggente della fine del liceo, prima di partire ciascuno per la propria destinazione spesso lontanissima, per costruirsi un avvenire anche a costo di lasciare affetti e amori. Coppie già formate scoppiano, compresa quella formata da due giovani amici nerd di rock, altre faticosamente si formano, mentre apprensivi ma comprensivi genitori cercano di ammortizzare i danni. Ovviamente carico di valori positivi, e di un costante moralismo, Prom rielabora per renderli innocui tutti i caratteri tipici di queste storie. Esemplare il trattamento che subisce il personaggio che si vorrebbe “trasgressivo”, definito in continuazione “teppista”, quando il tapino, ovviamente di famiglia tormentata, si limita ad aggirarsi in moto, con capelli lunghetti e giubbotto di pelle, ma è un bravissimo ragazzo. Ben più spiritoso era stato il trattamento applicato nella divertente serie tv 10 cose che odio di te, a sua volta tratta dall’omonimo film, al personaggio similare di Patrick Verona, che era affidato a Ethan Peck, che perlomeno era più sexy. Chiaro che la bella e saggia si metterà col quasi-Selvaggio, qualcuno aprirà gli occhi e smetterà di farsi ingannare, altri troveranno il coraggio di dichiararsi, accettando di crescere e soprattutto di mettersi in gioco rischiando in proprio, perché That’s Life…

Cast con alcune facce note televisive: oltre ai protagonisti, Aimee Teergarden, più grandicella del suo ruolo e si nota, e il quasi esordiente Thomas McDonell, si riconosce Nicholas Braun, che compariva in un ruolo similare proprio in 10 cose e Danielle Campbell, che era in Prison Break. Il promettente Cameron Monaghan sta fornendo un’ottima prova nella serie (di ben altro livello) Shameless. Un genitore è affidato all’ottimo caratterista Dean Norris (Breaking Bad). L’insignificante Nolan Sotillo recita e anche canta la canzone sui titoli di coda, in mezzo ad una quantità di pezzi indie tutti ben selezionati (e qualcuno anche bello), oltre a Katy Perry e Ludacris.

La pellicola raggiunge vette da far alzare la glicemia anche a un giovanissimo, visibile forse al massimo da un pubblico di ragazzine tredicenni, prima che la ragione (e l’ormone) si risvegli del tutto. Ma questo è il target Disney come molti altri prodotti di cinema, musica e tv da loro prodotti stanno a mostrare, dalla serie High School, ai Jonas Brothers e Hanna Montana, per citare solo i più celebri. Pur se il discorso è edificante e educativo, preferiamo di gran lunga i loro prodotti in animazione.

Giudizio

  • troppo convenzionale
  • 5/10