Piranha 3D: Il castigo divino?

Di   |   25 Marzo 2011

In seguito a un terremoto si apre una fenditura sul fondale del lago Victoria, splendido e rinfrescante specchio d’acque in un’arida zona desertica dell’Arizona, e, da una caverna sotterranea, migliaia di piranhas risalenti al pleistocene si scatenano affamati nel nuovo territorio. La prima vittima è un innocente pescatore (cameo di Richard Dreyfuss, che dai tempi de Lo squalo non ha un buon rapporto coi pesci). Nella cittadina di Lake Victoria, della quale è sceriffo la bella mamma single Elisabeth Shue (in ottima forma) si sta scatenando il primo weekend di primavera e orde di adolescenti assatanati in cerca di alcol, sesso e droga affollano le rive, per uno scatenato rave alla luce del sole. Il suo figlio maggiore Jake (Steven R. McQueen, uno dei protagonisti di Vampire Diaries, nipote del mitico attore), solitamente avveduto, si lascia irretire da un travolgente regista porno (Jerry O’Connell, The Defenders, Crossing Jordan) e, invece che fare da baby sitter ai soliti fratellini rompiscatole, s’imbarca con lui e la sua vivace troupe. La madre intanto, ignara di tutto, indaga sul fenomeno con l’aiuto di una squadra di speleologi sub, guidata da Adam Scott. Intanto gli affamatissimi e orridi pesci, attirati dal gran baccano che fanno gli umani, cominciano a soddisfare la loro fame primordiale e arretrata, increduli di tanta pacchia, non sapendo quali umani azzannare prima (e da quale parte), nel frenetico agitarsi di tanta succulenta carne nuda.

Alexander Aja abbandona le efferatezze più chic di Furia e Alta Tensione, e, dopo il remake di Le colline hanno gli occhi, la butta sul trash più superficiale (e spassoso) da drive-inn, con morti sanguinosissime e incidenti che più splatter non si può. Anche solo la lunga mattanza degli ottusi e ostinati turisti, un vero macello nell’acqua rossa di sangue, fra mutilazioni, maciullamenti e smembramenti vari, merita la visione, vero delirio di effetti speciali, opera del celebre Greg Nicotero e Howard Berger. La sceneggiatura è un quasi-remake dello storico film del 1978 di Joe Dante, del quale però manca ogni implicazione politica, a favore del puro disaster-movie.

Il film si può archiviare in quel filone che usa gli animali come minaccia per gli umani, film che hanno messo in campo in precedenza piovre, squali, barracuda, orche, alligatori e anaconda, oltre a insetti di ogni tipo, e topi, uccelli, lupi, leoni, bisonti, cani, senza dimenticare le demenziali pecore assassine di Black Sheep. Il regista ricorre a un 3D aggiunto in post-produzione, che sfrutta la sua potenzialità come agli albori, cioè divertendosi a scaraventare in faccia allo spettatore tutto quanto possa farlo sobbalzare (anche parti umane assai estreme!). Abbiamo altre volte detto che l’horror è il genere più adatto a questo tipo di tecnologia. Per il resto le scene notturne e subacquee sono troppo buie e la profondità di campo non è eccelsa. Nel resto del cast troviamo Adam Scott, interessante attore da cinema indipendente, che con questa comparsata si spera abbia incassato un assegno sostanzioso. Lo ricordiamo nella serie tv Party Down, l’inedito The Vicious Kind, The Great Buck Howard; il mitico Christopher Lloyd veste i panni esagitati di un anziano ed eccentrico zoologo; Jessica Szohr (Gossip Girl) è l’incauta fidanzatina e il massiccio Ving Rhames offre tanti muscoli agli affamati pesciolini. La ragazza che viene “mangiucchiata” mentre fa parasailing è l’attrice porno Gianna Michaels e non può mancare una comparsata di Eli Roth, nel ruolo del presentatore di Miss-maglietta-bagnata.

Piranha 3D assicura 88 minuti di infantile svago goliardico, cioè quanto promesso, a patto di “scollegare” il senso critico ed essere disposti a sobbalzare a ogni prevedibile attacco, inorridire per ogni efferata mutilazione, anche comica però e con un sadico gusto del contrappasso, di stampo tipicamente moralistico come spesso è nell’horror. E si finisce pure con una risata.

Giudizio

  • Spassoso/trash
  • 7/10

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