Seta: Malriuscito adattamento del successo letterario di Baricco

Di   |   26 Ottobre 2007
Seta: Malriuscito adattamento del successo letterario di Baricco

Che ci fa Keira Knightley (versione biondastra) in un altro melò in costume? È quello che tutti si chiedono vedendo Seta, l’atteso film di François Girard ispirato al libro di Alessandro Baricco. Placate gli entusiasmi: malgrado la presenza di Michael Pitt (mai così privo d’ogni espressione facciale) e il battage pubblicitario che è stato costruito intorno alla pellicola, si tratta di un’opera tutt’altro che riuscita.

La storia ruota intorno al commercio dei bachi da seta, merce privilegiata in un Giappone perennemente innevato. Attorno alla vicenda economica, ruotano una serie di questioni personali e turbillon sentimentali, che coinvolgono il protagonista in un tentativo maldestro di storia platonica/tradimento a distanza con una donna-bradipo, interpretata dalla silenziosa, e sensuale, Koji Yakusho. Costringere l’attrice in questione ad una lentezza che si vorrebbe metaforica o rappresentativa del vissuto temporale di tipo orientale risulta una banalizzazione fastidiosa e, per certi versi, anche macchiettistica.

Troppo facile e superficiale anche il simbolismo di cui si serve il film, retorico persiono nelle scene paesaggistiche (dei dialoghi neanche parliamo: per chi ama la melassa e le dichiarazioni d’amore più scontate degli ultimi tempi sono perfette), dove si ha la presunzione di far bastare un cambio di cappello e un’inquadratura esotica (l’Egitto) o innevata (il Giappone) per dare una qualche idea di viaggio.
Per farla breve, le uniche sequenze godibili del film sono quelle del gioco a biliardo, con le mosse astute e imperdibili del personaggio di Baldabiou, anch’esso defraudato della sua pregnanza letteraria e sbattuto sciattamente sul grande schermo come personaggio secondario.

(da Filmblog.girlpower.it)

Giudizio

  • Un film lacrimevole e retorico, difficile credere alla sua selezione fra i film in concorso
  • 5/10