Ci pensa una davvero Mean Lady, Amanda Waller (Viola Davis), a capo della Argus, che atteggiandosi a salvatrice della patria, “arruola” un manipolo di super-cattivi, che stanno scontando una (o due o tre) condanne a vita in carceri di durezza inumana. La trama è elementare, semplice pretesto per tirare fuori di galera un simile mazzo di psicopatici, da scatenare per le strade per difendere la città (il mondo) da una antichissima strega (più che strega sembrerebbe un demone, e per di più molto kitsch, ma non stiamo lì a sottilizzare, è il personaggio che sta meno a cuore alla sceneggiatura). La creatura, che ha poteri infiniti, con una specie di bacio mortale tramuta chiunque in un suo mostruoso soldato. Il ricatto è semplice (una capsula nel collo farà esplodere la testa del disobbediente), le promesse vaghe (la pena non si potrà certo cancellare, forse si concederà qualcosa nel campo degli affetti famigliari), la conclusione scontata (simili personaggi non sono certo monouso, anche se ci sarà qualche inevitabile caduto sul lavoro). Lo scontro finale con orride creature gommose fa molto B Movie anni ’70 nel massimo della convenzionalità di genere. Ma: i personaggi sono divertenti, ben raccontati (introdotti da veloci videoclip), sia come personalità sia come look (qualcuno più, qualcuno meno), l’azione è adrenalinica ed esplosiva e tutti i “cattivi” sono più simpatici di quella bieca emanazione del Potere che è la spregiudicata Amanda. Jared Leto, il fin troppo atteso Joker, vale la visione. Non è, non può essere, figurarsi se voleva essere, Heath Ledger, che non c’è più, se ne facciano tutti una ragione. Ma a modo suo è bellissimo, fumettistico, esagerato, ben truccato e addobbato, molto glam. Peccato che compaia molto meno del previsto. Ma più bella, più “virile”, più innamorata, più eroica, più spiritosa è la sua amata Harley Quinn, gratificata da un look da bad girl davvero pittoresco, affidata a una strepitosa Margot Robbie, la cui carriera è davvero decollata, e meritatamente. Pittoreschi sono però in molti. Più sobrio il pensoso killer Deadshot di un dimagrito Will Smith; Boomerang è affidato al poco espressivo Jay Courtney (il “Tom Hardy dei poveri”); gli estesi tatuaggi di Diablo rendono quasi irriconoscibile Jay Hernandez; sotto la muta di gomma di Killer Croc c’è Adewale Akinnuoye-Agbaje. Karen Fukuhara interpreta la ragazza Katana, la più penalizzata dalla narrazione; Joel Kinneman è l’infelice Flag, militare tutto d’un pezzo che si è incrinato innamorandosi perdutamente della ragazza “occupata” dalla strega, che è Cara Delevingne. Gran colonna sonora, una strepitosa selezione di hit storiche, ma è all’altezza anche quella originale di Steven Price. Nella “rivalità” fra i mondi Marvel e DC Comics (per DC, nel nuovo corso, questo è solo il terzo film con gli eroi della sua scuderia), ogni volta e con pesanti accuse reciproche, si fronteggiano due fazioni, l’un contro l’altra armata, almeno sul web, litigando sulla superiorità dei prodotti tratti dai rispettivi fumetti. Finora è certo che i prodotti tratti da Marvel hanno avuto vita più felice, ma non si vive di soli confronti e soprattutto un po’ di leggerezza non guasterebbe. Senza patemi esistenzial/sentimentali eccessivi (anche se sia Deadshot sia Harley una venatura di sentimento ce l’hanno), senza ambasce da super eroi o da mutanti, insomma senza impegno e senza danno, Suicide Squad ci sembra un prodotto di quella cupezza ludica venata di ironia che oggi va per la maggiore, capace di assicurare un complessivo divertimento. Da questo genere di film noi non ci aspettiamo altro. Pop (rock) e fumettoso, esagerato e divertente (perché è di divertimento che stiamo parlando, vero?) Suicide Squad vale la spesa del biglietto. Restare ovviamente a guardare i titoli di coda, perché riservano una gioia. Grazie a David Ayer, i cui film precedenti (Harsh Times, End of Watch, Sabotage, Fury), tutti onestamente di genere, mancavano sempre di un qualcosa per essere perfetti, per aver fatto un film senza troppe pesantezze, a tratti spiritoso, bello da guardare, che ci lascia con una bellissima battuta sull’amore “Moriresti per me? No, aspetta… troppo facile…mi dedicheresti tutta la tua vita?”. Che detto dal Joker alla sua Harley fa un po’ paura….