La preda perfetta: Recensione

Di   |   20 Settembre 2014
La preda perfetta: Recensione

Il Male nella villetta accanto

Se per prendere i cattivi ci vuole la Polizia, per fermare i cattivi ancora più cattivi ci vuole Matt Scudder. Tratto dai romanzi di Lawrence Block, La preda perfetta (titolo originale A Walk Among the Tombstones) racconta una delle avventure di un eroe stanco e solitario, che accetta di buon grado e con autoironia di farsi paragonare ai grandi eroi hard boiled come Sam Spade e Philip Marlowe.


A differenza di molti altri, Scudder si è reso conto con chiarezza degli errori commessi nella sua vita e ha deciso serenamente di pagare il prezzo. Ex poliziotto alcolista dai drammatici errori, per campare fa l'investigatore privato senza licenza, non fa troppe domande e non rilascia ricevute. Come tale viene ingaggiato da un narcotrafficante, la cui moglie è stata sadicamente ammazzata dopo essere stata rapita, nonostante il pagamento del riscatto. Scudder è uno che macina chilometri di marciapiede, interroga, ragiona, connette, un investigatore vecchio stile insomma. Del resto la storia è ambientata negli anni '90, quando la mancanza della tecnologia successiva (cellulari, telecamere stradali, DNA) rendeva ben diverso il lavoro degli investigatori. Oggi si tende ad abbandonare alla scientifica ogni onere della prova, perdendo quella capacità deduttiva che ha sempre contraddistinto gli eroi di certe avventure. Scudder scopre una connessione con altri delitti recenti, ogni caso è legato all'altro lungo il filo della droga e il quadro che si troverà davanti alla fine sarà ben diverso da quello iniziale. Da un punto di vista strettamente thriller la storia è aggrovigliata e a tratti lacunosa. Ma il film, stile anni '90 pure lui, si avvantaggia di una buona costruzione dell'atmosfera complessiva, cupa come nei romanzi di Block, con un gelido inverno a Brooklyn come sfondo, la solitudine e l'abbandono scanditi dalle deprimenti ma necessarie riunioni per alcolisti. Ben tratteggiati anche i due assassini, senza gli eccessi dei serial killer maniacali stile Seven, solo un'efficiente coppia di sadici in delirio di onnipotenza, due veri mostri arroganti e compiaciuti, dall'apparenza insospettabile. Ben scelto per il ruolo di protagonista Liam Neeson, in questo momento anagrafico perfetto per la parte. Lo circondano altre facce note da serie tv. Il Sistema non funziona, segue i suoi tortuosi percorsi in base ai propri tortuosi e non necessariamente virtuosi ragionamenti. Una frangia di società resta esclusa, senza protezione, e così restano impuniti i crimini commessi contro i "cattivi", giudicati non meritevoli di protezione. Nel finale nel protagonista serpeggiano stanchezza e disillusione nei confronti dell'immane compito da affrontare quotidianamente, ma trapela anche un filo di speranza che induce ad andare avanti a combattere.

 

Giudizio

  • Old style
  • 6/10