Uomini di parola: Recensione

Di   |   10 Luglio 2013
Uomini di parola: Recensione

Una notte da leoni

 

Val (Al Pacino) esce dalla galera dopo 28 anni e ad attenderlo c'è solo Doc (Christopher Walken), unico suo amico rimasto. Ma Doc è ricattato da un boss vendicativo e arrogante e sa che deve uccidere Val entro le 10 del mattino seguente. Dopo un paio di giri a recuperare astinenze alimentari e sessuali, i due si confrontano, entrambi consci dell'ineluttabilità del destino. Recuperano l'amico Hirsh (Alan Arkin), rinchiuso in una casa di riposo, e si concedono un'ultima corsa sulla giostra che una volta li ha visti padroni del campo. La nottata sarà il canto del cigno di tre vecchiacci, l'ultima notte brava (incombe la malattia, incombe la vecchiaia, incombe l'ora dell'esecuzione). Senza l'epica romantica dei samurai stanchi di Too o la lealtà suicida degli eroi di Peckinpah, i tre andranno incontro a testa alta e pisola spianata a un destino già scritto ma non nei minimi dettagli.

Si può sempre prendere un sentiero diverso per arrivare comunque alla fine della strada. Scritto da Noah Haidie, Stand Up Guys, questo il titolo originale più significativo, pur nella prevedibile retorica dei sentimenti, inevitabile quando si parla di vecchi, è una storia pervasa da uno humor leggero e malinconico, ma soprattutto è una grande prova di attori. Pacino fa il vecchio tamarro mal tinto e bullo. Christopher Walken, pittore di albe, è un gran Signore, ricco di medicine e saggezza. Alan Arkin è l'ex driver imprendibile, che ancora riserva molte sorprese. Ben scritto anche il breve ruolo di Julianna Margulies, la brava figlia di Hirsh. Il boss intransigente è Mark Margolis, uno dei "cattivi" di Breaking Bad. Nel film compaiono anche Vanessa Ferlito, Addinson Timlin e Lucy Punch. Bella la scelta dei brani di accompagnamento, tutti soul/ rhythm & blues, con Muddy Waters, Baby Huey, Gary Clark, Charles Bradley, Wayne Cochran, Sam and Dave e due canzoni scritte appositamente da Bon Jovi. Dirige Fisher Stevens, faccia nota di caratterista, già vincitore di un Oscar per il documentario The Cove, sulla strage dei delfini in Giappone. Uomini di parola è una bella storia di amicizia e coerenza, un po' trascinata, un po' casuale, un poco realistica e un poco surreale, molto naturale, splendidamente recitata. "Si muore due volte, una quando si esala l'ultimo respiro, l'altra quando muore l'ultima persona che conosce il nostro nome". La vita eterna è una promessa per babbei, conta solo il qui e adesso. Se il qui è così diverso da un tempo che non potrà tornare, se non potremo mai più essere "come eravamo", l'adesso forse non è più tanto interessante.

Giudizio

  • Old Habits….Never Die
  • 7/10