Assurto da comprimario della saga a protagonista di una storia tutta sua, il Gatto (fortunatamente doppiato dall’indispensabile Antonio Banderas anche in italiano) ci racconta la sua storia tormentata.
Solitario eroe, una donna per ogni tappa del suo vagare, sempre costretto a dimostrare la sua tempra, perché deriso e sbeffeggiato per la minuscola statura, è divenuto una leggenda che guarda il mondo dai manifesti dei Most Wanted. Raccolto amorevolmente in un orfanatrofio quando era un tenero batuffolo di peli, ha diviso l’infanzia con un altro trovatello, Humpty Dumpty (personaggio creato da Lewis Carroll), un uovo, vittima predestinata dei soliti bulletti. Con lui Gatto ha condiviso un’infanzia a sognare i mitici fagioli magici, che avrebbero consentito la fuga da una vita grama. Germogliando, la pianta li avrebbe portati fra le nubi, nel castello del Gigante dove vive l’Oca dalle uova d’oro. Sarebbero diventati ricchissimi, liberi e felici. Ma tutti i sogni si erano infranti, così come l’amicizia tradita dall’avidità di Humpty. Nel paesino da cui era fuggito inseguito dalla legge, Gatto ritornerà, per fare ammenda e riabilitarsi. Sarà invece trascinato di nuovo nell’avventura dall’ex amico, per un malinteso senso di lealtà, ma anche perché sedotto dal fascino dell’avventurosa Kitty Zampe di velluto, specie di Cat-Gatta, con il cui aiuto dovrà fronteggiare una coppia di Bonnie & Clyde della prateria, gli extra-large Jack e Jill.
Gran finale sulle note di Americano di Lady Gaga, mentre durante il film alcune delle musiche composte da Henry Jackman sono eseguita dal duo di chitarristi messicani Rodrigo y Gabriela.
Il Gatto con gli stivali, personaggio creato cinque secoli fa da Gian Francesco Straparola, ripreso da vari autori e portato al successo da Perrault e dai Grimm, rielabora il racconto popolare di Jack e la pianta di fagioli (già usato in un album di Topolino). Su grande schermo diventa una divertente commedia molto adatta ai più piccoli, che riuscirà a strappare il sorriso anche ai grandi, grazie a gag e battute riuscite e a belle sequenze d’azione (enfatizzate da un 3D degno di tale nome), pur priva di quella “scorrettezza politica” e delle divertenti citazioni che hanno fatto la fortuna del simpatico orco puzzone. Qui la sceneggiatura scritta a cinque mani, indirizzata probabilmente ad un pubblico più giovane e ancor più disimpegnato, trasporta il Gatto lontano dalle verdi paludi o dai castelli del Regno Molto Molto Lontano fino alle aride e rossastre distese western di una Spagna/Messico dalle atmosfere alla Sergio Leone.
Si può azzardare che un eccesso di approfondimento psicologico dei personaggi vada a scapito del puro intrattenimento che ci si aspetta in un film di questo genere.
Dirige Chris Miller, regista del terzo episodio di Shrek, oltre che autore del surreale e ingiustamente poco apprezzato Piovono polpette.
Nel cast originale, oltre a Banderas, troviamo Salma Hayek (Kitty), Zach Galifianakis che non poteva non doppiare il surreale Uovo, mentre Billy Bob Thornton e Amy Sedaris sono i banditi Jack & Jill.
Quanto alla realizzazione, non si può che riconoscere la solita perfezione Dreamworks (Dragon Trainer, Kung Fu Panda), che aumenta di film in film in parallelo ai progressi della tecnologia.
Il Gatto con gli Stivali: Carattere di ferro in zampa di velluto
Di Giuliana Molteni | 14 Dicembre 2011
Quale long and winding road ha portato il simpatico gatto con gli stivali a diventare l’eroe spericolato, romantico e sbruffone che tanti cuori ha conquistato? Quale destino ha condotto un tenero gattino dagli occhioni supplicanti sulle strade dell’illegalità, facendolo diventare il fuorilegge senza paura al quale ci siamo affezionati, nella serie di film sull’orco verde Shrek?
Giudizio
- Perfetto film per le feste
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