Ma dopo una serie di paradossali avventure, l'uomo fugge nella foresta circostante dove opera un gruppo di ribelli. Qui le regole sono all'opposto ma applicate con sempre uguale ferocia: è vietato essere in coppia, pena punizioni atroci. Il sempre più misero David conosce una splendida sconosciuta e scatta la misteriosa molla dell'attrazione. Ma i due innamorati dovranno fare i conti con la spietata Leader della congrega, crudele quanto il regime cui si oppone. Diretta da Yorgos Lanthimos, uno dei nuovi giovani autori greci di tendenza (Kynodontas, Alpeis), The Lobster è una commedia fantastico/fantascientifica dal tono surreale/grottesco. La prima parte nella descrizione accurata di un mondo di follia inanella una serie di riuscite situazioni, surreali e comiche, la seconda è meno coinvolgente, con qualche passaggio della sceneggiatura un po' vago e un finale poco incisivo, che lascia molto spazio, forse troppo, all'immaginazione dello spettatore, alla sua voglia di stabilire collegamenti, di decifrare metafore, di interpretare messaggi in base al proprio sentire. I personaggi sono descritti con crudele precisione, sarcasmo feroce, fra tante citazioni, da Kafka a Buñuel ai film distopici young adult (e viene anche in mente la serie tv Black Mirror). Se i rappresentanti del potere sembrano funzionari rumeni da impero in decadenza, non sono meglio i "clienti", miserabili laidi disposti a tutto pur di salvare la pelle. E pure i dissidenti non sembrano meglio. Trattandosi di un regista che proviene da una nazione come la Grecia, nazione massacrata dal Potere (quello con la P maiuscola), non possiamo non pensare a una feroce metafora proprio di quel Potere, che quando lo decide riesca a imporre qualunque regola, anche la più assurda, spezzando ogni volontà dei suoi terrorizzati sudditi (perché visti i precedenti di questo regista, una satira di costume semplicemente sulla società attuale e sui rapporti di coppia, ci sembra limitativa, improbabile.) E quando un'opposizione si crea, quando dei ribelli combattono, sono più feroci del Potere stesso, perché la follia umana sembra escludere ogni ragionevolezza. In fondo la follia è sì del sistema ma agisce su individui a loro modi folli, almeno profondamente disturbati, e questo crea un perverso circolo vizioso.