Il ragazzo invisibile: Recensione

Di   |   15 Dicembre 2014
Il ragazzo invisibile: Recensione

Invisibile per essere visto

Michele è un ragazzino di 12 anni, con i soliti problemi della sua età: ama la bella della classe che neanche lo vede, viene umiliato dai soliti bulletti, tratta male la mamma, che fa faticosamente la poliziotta, sente la mancanza del padre che non c'è più. Al culmine di una situazione di particolare disagio, diventa invisibile. Dopo i primi attimi di sconvolgimento, approfitta della situazione per togliersi qualche piccola soddisfazione, senza pensare neppure lontanamente alle possibilità reali che la sua nuova particolarità gli consentirebbe.


Ma strane cose stanno accadendo intorno a lui, spariscono un paio di ragazzini, un misterioso cieco si aggira nei pressi, nella scuola arriva un ambiguo psicologo per supportare l'operato della Polizia. Ma soprattutto l'amata ragazzina si accorge di lui, proprio quando è diventato invisibile. A virare verso direzioni più hollywoodiane, fanno quindi ingresso in scena dei misteriosi cattivi russi, già mostrati nel prologo, e anche fra gli alleati di Michele ci saranno dei cambi di rotta. Chi si aspettasse una commedia leggera sui problemi sentimental/esistenziali degli adolescenti andrà deluso, perché qui Gabriele Salvatores, su sceneggiatura di Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, realizza un film che mira decisamente all'action, mescolando temi cari a molto cinema "supereroico" americano, con echi (dichiarati) di Spider Man ma anche molto degli X-Men (c'è perfino una versione diversa del Bat-segnale), oltre che di super-eroi "diversi" come Unbreakable di Shyamalan. Un finale aperto (guardare i titoli di coda, nella migliore tradizione Marvel) potrebbe preludere a ulteriori sviluppi (televisivi o cinematografici). Salvatores gira il suo nuovo film di genere, come ha già fatto molte altre volte nella sua carriera e starà allo spettatore avere gradito di più Nirvana, Io non ho paura o Educazione siberiana. Gli va dato l'indiscutibile merito di aver cercato di sottrarsi alla commedia sentimentale, che ha impastoiato molti altri autori italiani. Il ragazzo invisibile è costruito su una sceneggiatura che tiene, ricca di colpi di scena, buoni interpreti (un po' troppo macchiettistico il personaggio affidato a Bentivoglio), compresi i ragazzini, esordienti che se la cavano con onore, realizzato con più che soddisfacenti effetti speciali. Il risultato convince ma non appassiona molto, lasciando una perplessità riguardo al pubblico cui il film è indirizzato, temiamo non interessante per gli adolescenti, i patiti dei "veri" super eroi, ma più per un pubblico di adulti che al massimo arriva all'Uomo senza ombra di Kevin Bacon o al classico Carrie (o all'Incendiaria e al Fury di De Palma) per la telecinesi da stress. Vedremo i risultati al botteghino.

 

Giudizio

  • Un esperimento coraggioso
  • 6/10