Considerato in Romania un vero baluardo della cristianità, per la sua lotta contro quegli spietatissimi turchi (ma a quei tempi nessuno andava sul leggero), che nel 1529 sarebbero arrivati ad assediare Vienna per la prima volta (evento su cui il regista Renzo Martinelli dalle note simpatie politiche ha girato il film 11 Settembre 1683) sarà da loro ucciso nel 1476. Qui lo incontriamo nelle vesti del nobile ed eroico principe del suo stato, vessato dai turchi, che per mantenere la pace dovrebbe consegnare tutti i primogeniti del suo popolo, fra cui il suo amato figlio, al perfido Sultano Mehmed II, ben conscio così di condannarlo a patire quelle sofferenze che già a lui erano state imposte dal patto che legava il padre al regno ottomano. Ma quando è troppo è troppo. Per salvare il paese e la famiglia Vlad accetta di diventare un vampiro, capace da solo di sgominare un esercito, stringendo un patto faustiano con un'antichissima e infida creatura della notte. Un vero mostro insomma contro la mostruosità di altri esseri umani. Non finirà bene, per nessuno, perché il lato oscuro della Forza trascina sempre verso strade tragicamente sbagliate (la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni...). Questa nuova versione del vampiro più amato, nel nuovo trattamento Universal diventa storia tragica di un enorme sacrificio misconosciuto, una storia di amore famigliare e di amore romantico estremi, in vista di futuri rimaneggiamenti di altri storici "Mostri", dopo Wolfman e Van Helsing. Il bel Luke Evans, faccia e fisique du rôle perfetti, è il tenebroso Vlad/Dracula. L'amata moglie Mirena è interpretata da Sarah Gadon (The Amazing Spider-Man 2 e Maps to the Stars), mentre Dominic Cooper con l'occhio bistrato è più improbabile nella parte del perfido sultano. L'aplomb aristocratico di Charles Dance si impone anche per un solo attimo, nel finale, quando compare al naturale dopo essere stato l'orrido vampiro "alpha" sotto chili di lattice. Abbondante ricorso agli effetti speciali, indispensabili per un fantasy, che però con un budget di 100 milioni di dollari avrebbero potuto essere migliori. Non è che dica molto di "untold" questa ennesima versione del grande mito di Dracula, mischiando storia, leggenda, romanzo, fiction varia, sostanzialmente inutile, un po' trash ma tutto sommato godibile perché non si prende troppo sul serio mentre butta la storia in fantasy, concludendo pure quella che è a tutti gli effetti un'epica tragedia con un finale ironico, che potrebbe preludere a un sequel ma anche no. Partendo da più lontano del solito, chiude un cerchio che ci deve portare al fascinoso vampiro che tutti amiamo, al momento del suo incontro fatale con Mina (qui addirittura nella Londra contemporanea), che dovrebbe finalmente risarcirlo di tante sofferenze. Perché tutto quello che Vlad ha fatto l'ha fatto per amore, del suo popolo e dei suoi cari, e per amore tutto ha perduto.