Ma ricominciare a leggere Ray Bradbury, Isaac Asimov, James Ballard, Robert Heinlein, Robert Sheckley, Clifford D. Simak non si può proprio? In ogni modo, in Maze Runner ci ritroviamo in una vasta radura circondata da altissime mura, a loro volta racchiuse da un impenetrabile labirinto abitato da mostruose creature assassine. Là sono rinchiusi una quarantina di ragazzi, da tre anni scodellati al ritmo di uno al mese da un ascensore che arriva dalle lontane viscere della terra, immemori di tutto e terrorizzati. Si sono dati poco per volta una forma sociale che viene subito messa in discussione da Thomas, l'ultimo arrivato. Dopo di lui e dopo soli pochi giorni, nella comunità viene immessa anche Teresa, unica donna finora. Chi desidera restare deve assoggettarsi alle dure regole di quella vita primitiva, senza porsi interrogativi, chi invece vuole capire e liberarsi deve lottare contro ciclopiche forze oscure. Ma nell'agognato "fuori" cosa ci sarà e chi saranno quei "loro" che come divinità dispongono dell'esistenza dei ragazzi? Per il cast gli interpreti sono scelti in base alla fisionomia, i coraggiosi leali, gli infidi servili, i rivoluzionari e i conservatori insomma. Il protagonista è Dylan O'Brien, star di Teen Wolf, e dal mondo delle serie tv (Skins) arriva anche Kaya Scodelario, che era nella nuova versione di Cime tempestose diretta da Andrea Arnold. L'avversario di Thomas è affidato al bravo Will Poulter (Son of Rambow e Come ti spaccio la famiglia), un suo aiutante invece è Thomas Brodie-Sangster, visto da piccino in Love Actually oggi nel cast di Game of Thrones. Patricia Clarkson fa la solita donna di potere cinica e spietata, bionda e biancovestita, esattamente come Kate Winslet in Divergent e Meryl Streep in The Giver. A quando "cattive" more e vestite di nero? Così, tanto per cambiare. Dopo quasi due ore di eventi prevedibilissimi e di stancanti e scontati interrogativi (lo spettatore più smaliziato ha le sue risposte dopo dieci minuti, prevedendo turpi esperimenti di ingegneria sociale, mentre i ragazzi pare che dopo tre anni non ci siano arrivati), quando le previsioni del detto spettatore si avverano e la storia prende un poco di movimento, cala la fine dell'episodio e siamo rimandati fra tot anni, per il sequel. In questo genere di storie, i giovani sono sempre strumentalizzati/ ingannati/ sfruttati dal mondo adulto, finché non decidono di ribellarsi e scoprire cosa stia loro succedendo e perché. Fosse un invito alla rivolta vera, un invito che dallo schermo passa alla platea per una sacrosanta contestazione delle decisioni dei detestabili "padri" che hanno portato all'attuale rovina, sarebbe sacrosanto. Invece tutto si esaurisce sugli schermi o fra le pagine dei libri e le nostre future generazioni si limitano a esprimere il loro malcontento pigiando i tastini dei loro smartphone (e max 140 caratteri). Non ci sono più i libri di una volta. Ormai non ci si può più ricordare tutte le prime puntate di tutte le serialità che varie case di produzione hanno tentato di lanciare, qualche volta con successo, molte volte perdendosi per strada. Ormai all'inizio di ogni sequel ci vorrebbe un riassunto come si fa nelle serie tv. Se Maze Runner fosse però il pilot di una serie, lascerebbe poco interesse a guardarsi un secondo episodio.