Identificato per sbaglio come il motore di una misteriosa profezia, viene riconosciuto come il "Prescelto" da un gruppo di ribelli. Emmet secondo loro è l'unica persona in grado di salvare il mondo dallo spietato tiranno Mister Business, una specie di Grande Fratello che vuole imporre le sue regole dall'alto a colpi di colla, in modo che nulla possa più essere spostato. Sarà un lungo viaggio, in compagnia di amici molto caratteriali, alla fine del quale Emmet saprà riconoscere il proprio valore. I mondi attraverso cui si snoda l'avventura corrispondono ciascuno a uno "scatolo" completo (west, medio evo, metropoli) ma dato che i pezzi si vendono anche sfusi, il messaggio non può che essere quello della libertà di assemblaggio, della "creatività al potere" (parafrasando il Maggio francese?), dell'indipendenza rispetto allo standard imposto dall'alto. I mattoncini non devono essere montati in base a regole precise, stabilite da altri. Si deve essere liberi di inventare, di fare e disfare (messaggio opposto a quello di Ralph Spaccatutto, che incoraggiava a non cercare di cambiare "gioco" e a restare nel proprio cabinato). Coloratissimo e assolutamente spettacolare dal lato visivo con un eccezionale mix di Computer Grafica e Stop Motion, The Lego Movie mette in scena tanti personaggi, tante gag, tante citazioni, con il ritmo che era lecito aspettarsi da Phil Lord e Chris Miller, già autori di un prodotto originale come Piovono polpette e 22 Jump Street (la sceneggiatura, scritta dai due registi, è ispirata all'idea di Dan e Kevin Hageman). Ritmo che nella seconda parte si spegne leggermente nel più "spiegato" finale in live action (in cui compare Will Ferrell che nel resto della narrazione doppia il malvagio Mister Business). Il film è una divertente operazione pubblicitaria, con trama lineare e morale semplice, servita da un gran cast di voci originali: Chris Pratt per Emmet, la volitiva Lucy è Elizabeth Banks, il saggio Vitruvius ha la voce di Morgan Freeman, Liam Neeson fa il Poliziotto buono/Poliziotto cattivo. Fra i doppiatori italiani ci sono Claudio Santamaria (Batman ovviamente, in inglese è Will Arnett) e Pino Insegno. Un bel 3D fa il suo lavoro. Il divertimento superficiale dovuto all'azione, ai buffi personaggi, agli effetti speciali, coinvolgerà sicuramente i più piccini. Ci sembra però che la storia si rivolga al cuore dei detentori di ricordi d'infanzie lontane, abitate da costruzioni che ancora permangono, se non nelle vere soffitte, almeno in quelle dei ricordi dei 30/40 di oggi, che hanno goduto dell'esplosione sul mercato italiano del prodotto inventato alla fine degli anni '40 dal danese Ole Kirk Christensen, che ha saputo rinnovarsi, combattere contro le tante novità nel campo dell'intrattenimento infantile, dopo aver rischiato di diventare, come appunto si mostra nel film, un irreggimentato territorio di padri con l'immaginazione sopita da anni di vita "adulta".