Più che soddisfacenti gli extra, troviamo “Note di regia”, un filmato di 7 minuti sui pensieri del regista; “Momenti magici” (2’) riguarda la creazione dell’incredibile drago peloso; in “Momenti scomparsi” (9’) si sono scene tagliare ed errori sul set; “Benvenuti in Nuova Zelanda” illustra brevemente le location del film (che invece dichiara un’ambientazione in un verdissimo Nord-Ovest americano). Per chiudere, due clip musicali. Con il suo solito stile, squisitamente sentimentale, la Walt Disney Pictures, “ditta” sempre attenta ai sentimenti tanto quanto Steven Spielberg, torna a raccontarci la storia del drago invisibile Elliott e del suo amico, il bambino Pete. Scordatevi completamente il film del 1977, in “piatta” animazione e live action, che raccontava con l’ausilio di molte canzoncine una storia completamente diversa. Il piccolo Pete, 5 anni, resta drammaticamente orfano, sperduto in una buia foresta minacciosa. In suo soccorso compare l’enorme drago, verde e peloso che, intenerito e forse anche lui stanco della solitudine, lo adotta. Pete cresce libero e selvaggio con il miglior amico che si possa avere, finché nella foresta non arriva la solita Company a rastrellare più legname possibile, distruggendo ogni cosa al suo passaggio. Il drago invisibile è un bel film, fiabesco e avventuroso, che emoziona il piccino facendo sorridere teneramente l’adulto, dal cuore non troppo indurito. Perché ci sarà sempre un Drago verde e peloso (o un alieno piccolo e rugoso o un popolo di giganti azzurri, o qualunque altra magica e simbolica creatura che la nostra fantasia possa produrre) da salvare dall’ottusa brutalità dell’essere umano, che invece vuole sempre nuove foreste da desertificare e alberi secolari da abbattere e creature sconosciute da studiare, da strumentalizzare. Il film è in live action e CG affidata alla mitica Weta e non c’è altro da aggiungere. Elliott essendo peloso, somiglia a tratti a un enorme, affettuoso San Bernardo che si esprime con vocalizzi stile Chewbecca. Infarcito di tanti riferimenti da fare la felicità di ogni spettatore provvisto di un bagaglio medio di cinema fantastico e anche no, il film sfiora/ cita/ ricorda Il libro della giungla e Tarzan, La storia infinita e Avatar, un po’ King Kong, inevitabilmente lo Spielberg di E. T. e anche un tocco di Incontri ravvicinati (e pure Sugarland Express), per cui ci sentiamo di annoverare Il Drago invisibile fra i film che faranno “effetto nostalgia” come Super 8 o la nuova serie tv Stranger Things. Potete leggere qui la nostra recensione completa de Il Drago Invisibile del 09/08/2016.