La cosa: Recensione

Di   |   29 Giugno 2012
La cosa: Recensione

L'uomo è ancora una volta il posto più caldo dove nascondersi

 

Evidentemente, esistono delle storie che, più di altre, si prestano ad essere rifatte e che, quindi, nel tempo, riescono sempre a mantenere intatto il loro appeal, magari modificato ed adattato alle "nuove epoche" ma, comunque, sempre efficace dal punto di vista tematico ed emotivo. Nel campo della fantascienza, il romanzo di riferimento è L'invasione degli Ultracorpi di Jack Finney che, nel corso degli anni, è stato adattato per lo schermo diverse volte, e (tranne l'ultima) tutte in modo più che soddisfacente. Però, anche il racconto Who Goes There?, scritto da John Wood Campbell nel 1930 sta recuperando terreno e, dopo aver generato due film (per ragioni diverse) memorabili come La cosa di un altro mondo (1951 di Christian Nyby) e La cosa (1982, di John Carpenter) ha ispirato anche questo nuova versione diretta dall'esordiente Matthijs van Heijninger Jr. che, nonostante non sia paragonabile ai due film precedenti, si rivela un'opera divertente e di tutto rispetto.

La storia si svolge in Antartide, 1982. Un gruppo di ricercatori si imbatte in un enorme astronave nascosta sotto il ghiaccio. Insieme alla gigantesca navicella di origine sconosciuta, viene rinvenuto anche il corpo di una spaventosa creatura aliena ibernata in uno spesso cumulo di ghiaccio. Un team norvegese organizza così una spedizione per indagare sul corpo dell'essere, e tra di loro viene arruolata anche la paleontologa Kate Loyd (Mary Elizabeth Winstead). Ma durante le analisi chimiche sul corpo dell'alieno, un errore di valutazione finisce per liberarlo dal suo involucro di ghiaccio. Nonostante venga infine ucciso, nella base si diffonde un virus mutageno capace di rigenerare le cellule umane e trasformare così i membri della squadra in mostruosi abomini assetati di sangue: la paranoia regna sovrana. Se dal punto di vista squisitamente narrativo, questa nuova versione di La cosa non è un remake ma bensì un prequel del film del 1982 (con un'estrema cura dei dettagli "ad incastro"), dal lato pratico il giovane regista olandese, con buon mestiere, cerca di riproporre tutte le caratteristiche vincenti del film di Carpenter, scene madri comprese. Ovviamente, per quanto riguardo lo splatter e le mutazioni, la sostituzione degli effetti spettacolari di Rob Bottin (all'epoca ingiustamente privato dell'Oscar) con l'odierna computer graphic lascia nello spettatore un senso di vuota nostalgia. Riassumendo, quindi, La cosa versione 2012 è un film non necessario ma che, visto come un omaggio all'opera carpenteriana, funziona ed intrattiene a dovere. Niente di più. 

Giudizio

  • Filologico
  • 6/10