Sam Worthington: Prima di Avatar ero disoccupato

Di   |   17 Dicembre 2009
Sam Worthington: Prima di Avatar ero disoccupato
Da disoccupato ad attore di successo. Era quasi un carneade, un’illustre sconosciuto, e in più era disoccupato, Sam Worthington, attore australiano. Poi, di colpo, Terminator Salvation, Scontro tra Titani, ma soprattutto l’attesissimo Avatar (conto alla rovescia: -29 giorni, l’appuntamento è per il 15 gennaio). Empire ha parlato con lui di Avatar.
Nemmeno Cameron, come molti di noi, conosceva Worthington. “Ho fatto un provino, e nessuno mi aveva detto come si chiamava il film e chi era il regista” confessa l’attore australiano. “Al momento ero fermo. Ogni attore teme la disoccupazione e io ero disoccupato. Avevo venduto tutto quello che possedevo e dormivo in macchina, senza fare molto. Pensavo che anche quel provino fosse una perdita di tempo”.
Ma, evidentemente, non lo era. “Poi mi dissero: James Cameron vuole che tu prenda un volo per l’America” continua. “E io: perché diavolo dovrei prendere un aereo? Così sono volato in America, e ho detto a Cameron: ti do tutto quello che ho perché non ho niente da perdere. Così è nato un rapporto che è durato sei mesi, durante i quali abbiamo cercato di convincere gli studios a puntare su uno sconosciuto”.
Così si è calato nel ruolo di un disabile, Sully. “È un action hero disabile, ma non volevo che la sua disabilità fosse lui sulla sua sedia a rotelle” racconta Worthington. “La sua disabilità è il mondo in cui si trova, il modo in cui la gente lo percepisce. All’inizio del film lo sentiamo dire: non chiedo la vostra pietà. Il mondo è uno schifo, qualcuno deve fare qualcosa e questa è l’attitudine di Sully. In fondo questo è un film sul bullismo”.
Per Worthington, Avatar è il film che cambia la vita. Ma può anche cambiare la storia del cinema? “Spero che sia l’inizio di quello che la tecnologia può fare” afferma. “Questo è quello che la performance capture può offrire, è quello per cui la tecnologia 3D può essere usata. Stiamo bussando alla porta cercando di entrare, e speriamo che altri cineasti arrivino e si uniscano alla festa. È l’inizio di qualcosa, e questo è quello che credo James Cameron ami fare. A lui piace spingersi oltre i confini del cinema”.

(Fonte: Empire On Line)