Possiamo mai immaginare anche per un attimo che uno come lui pensi di minare la sua costruzione, di mettere in pericolo i componenti della sua Famiglia, con cui ha legami più forti di quelli del sangue? Il nuovo Fast and Furious, denominato altrettanto velocemente Fast 8, ci chiede di sospendere l’incredulità e di pensare che sia possibile. Così questa volta, dopo un veloce passaggio a Cuba, entra in scena il nemico che insidia il gruppo di amici, il grande amore con la sua Letty, la spietata cyber terrorista Cipher (una Charlize Theron di spettacolare bellezza), che ha un’arma di ricatto particolarmente potente nei confronti di Dom. Dopo aver necessariamente tradito il suo gruppo, Dom diventa il bersaglio dei suoi stessi amici, sotto la supervisione del mai ostile Mister Nobody (Kurt Russell). Fra furti di strumentazioni capaci di mettere a rischio di sussistenza la civiltà occidentale e i soliti cari missili nucleari, si passa da New York alla glaciale Siberia, in un crescendo di crash uno più fragoroso dell’altro, ammucchiate di macchine che si sfasciano, esplosioni polverizzanti, uomini che si tirano mazzate da uccidere tori, assalti in volo agli aeroplani e altre amenità varie, con le quali questa serie di film ci ha viziati. Vinceranno i cattivi o i nostri amici? Fa sorridere l’interrogativo retorico. Il saggio inserimento di nuovi attori di episodio in episodio, merito pare delle politiche di Diesel come produttore, ha salvato la serie da una veloce decadenza, rilanciandola e facendola diventare oggetto di divertito culto. Basilare l’ingresso di Dwayne Johnson nel 2011, altrettanto quello più recente di Jason Statham (qui c’è anche un breve ritorno di Luke Evans, perché i nemici dei miei nemici sono miei amici, e una spassosa comparsata di Helen Mirren). Forse entra nella serialità anche Scott Eastwood, recluta sotto il paterno controllo di Nobody. Il resto del gruppo è sempre quello, con le caratteristiche di ogni personaggio confermate ed esaltate (il nerd Ludacris affiancato da Nathalie Emmanuel, il logorroico Tyrese Gibson). E l’intensità della storia di’amore fra Dom e Letty (la virile Michelle Rodriguez) è davvero percepibile, come talvolta non si avverte in film di ben altre pretese artistiche. Qui dirige F. Gary Gray (The Italian Job, Il risolutore, Straight Outta Compton), capace di orchestrare apocalissi visive di enorme impatto. Fast 8 è un’altra iperbolica avventura per Dominic Toretto e la sua famiglia sempre più allargata, dove succedono cose talmente assurde da diventare divertenti. Quando mai ci ricapiterà di vedere sottomarino vs Lamborghini su un lago ghiacciato della Siberia? O un branco di auto impazzite, guidate da remoto, che irrompe contromano sulle strade di New York come un branco di bisonti nella prateria, mentre altre piovono giù come sassi dai piani alti dei parcheggi? O Helen Mirren che con perfetto accento cockney fa la mamma gangster così autorevole che può dare un ceffone al suo indisciplinato figlioletto Jason Statham? Che poi vedremo impegnato a sgominare un plotone di cattivi su un aereo in volo, senza mai mollare il trasportino con un ilare infante? Certo sono lontani i tempi dell’innocenza, i tempi delle semplici gare di macchine rubate ed elaborate, 16 anni e 8 film dopo ormai siamo a un mix fra 007, una soap opera, un cartone animato, un videogame e i Guardiani della Galassia (ma più seri), sempre con sentimento (e continua l’omaggio al mai dimenticato Paul Walker). Certo ci sarebbe da cambiare il genere di riferimento, ormai dall’action siamo trasmigrati nel fantasy, sensazione indotta anche dalla presenza della bellissima Charlize, cyber terrorista più perfida di Grimilde. Ma sono sottigliezze.