Che sia stato caso o destino. Ma ogni gesto avrebbe potuto essere diverso e avrebbe portato a svolgimenti differenti, con una catena di conseguenze che avrebbe influito su chi ci avrebbe o non avrebbe di conseguenza incontrato, così come noi stessi abbiamo subito le conseguenze degli atti dei nostri genitori. In quel noto e infinito effetto domino che fa sì che il battito d’ali di una farfalla in Brasile provochi un tornado in Texas. Pur se già dalla nascita la nostra via è disseminata di queste casualità, per il protagonista della storia, Nemo, lo snodo epocale viene fatto risalire al momento della separazione dei genitori: Nemo va via con la madre, Nemo resta col padre. Da lì si dipartono i filoni riguardanti le tre figure femminili importanti della sua vita, ma anche all’interno di queste variabili altre ancora ce ne saranno. Nel 2092 Nemo, 117 anni, è l’ultimo mortale esistente, perché ormai il progresso scientifico garantisce l’immortalità. Intervistato per un reality racconta la sua vita, le sue vite. Non siamo in Sliding Doors (o Lola corre) perché le possibilità sono molteplici e hanno richiesto al regista un complesso lavoro di montaggio, all’interno delle suddivisioni della storia (nascita e infanzia, adolescenza, età adulta). La regia è del geniale Jaco Van Dormael, che allora era al suo terzo film, dopo Toto le héros e L’ottavo giorno, e in seguito ha diretto Dio esiste e vive a Bruxelles. Tutto è accuratamente ricercato, i colori dei costumi, le scenografie e musiche che sono di Pierre Van Dormael (fratello del regista, nel frattempo deceduto), mischiate ad un’interessante selezione di brani pop e di classica. Mr Nobody è un film originale, che si è nutrito (e ha a sua volta ispirato) molto cinema di questi ultimi anni (ci sono molti riferimenti e citazioni, fatti e subiti, riconoscibili specialmente oggi, sette anni dopo la realizzazione del film). Ciascuno, in base alle proprie propensioni speculative, alle proprie esperienze e all’immaginario accumulato grazie a libri e altri film, darà letture diverse, anche in eventuali successive, ripetute visioni, perché di materiale ce n’è tanto, nei 138 minuti di durata. La battuta in cui si dice che talvolta negli scacchi l’unica mossa è non muovere, ci deve far riflettere che anche non muovendoci provochiamo una conseguenza (la frase di lancio era “Fin quando non si sceglie, tutto rimane possibile”). Ma non illudiamoci, quello che è scritto accadrà, qualcosa accadrà. In ogni modo si vivrà, si gioirà e soffrirà, soprattutto si amerà. E si morirà, chiedendosi cosa si sia fatto per meritarlo. Nemo saprà se la sua scelta era stata giusta. Noi moriremo senza mai saperlo.