Arriva oggi sugli schermi Il cacciatore e la Regina, che di quel film si può definire uno spin-off (qualcuno dice prequel, mah). Come era arrivato il cacciatore nella storia di Biancaneve, cosa lo aveva forgiato e reso così duro e malinconico? E cos’altro c’era nel passato di Ravenna, che ancora non sapevamo? C’era una sorella, vittima anche lei della cattiveria dei maschi. Dotata dal suo dolore di un potere stile Elsa di Frozen, si era rifugiata in una fortezza di ghiaccio (ancora Frozen ma anche Game of Thrones) con due scopi principali: A) costruire una nazione di piccini rapiti al calore famigliare, indottrinati a non amare mai nessuno, diventando la sua invincibile milizia; B) conquistare i regni intorno per fare di tutti dei glaciali automi senza cuore (se non hai un cuore, non può essere spezzato). Ma due dei ragazzini rapiti, il giovanissimo cacciatore Eric e la bella Sara, crescono insieme e insieme cadono innamorati, scatenando la collera della gelida Freya, che con un inganno li divide a vita. O almeno così lei crede. Inutile raccontare passo passo quanto avverrà, perché chiaramente ci sarà una resa dei conti finale fra schiavi e regine e fra regine sorelle fra loro, che passerà attraverso il recupero del mitico Specchio delle mie brame. Se non vi avesse appassionato molto Biancaneve e il cacciatore, questo secondo film, lo farà ancor meno, con una trama faticosamente congegnata e molti passaggi scontati, compresi quelli che dovrebbero essere dei colpi di scena. Resteranno nella memoria i sublimi costumi (della mitica Colleen Atwood), le corone e i gioielli delle due regine (un po’ meno le trasformazioni malefiche di Ravenna che a tratti la fanno assomigliare a Terminator 2). Non sarà con questo film che Jessica Chastain farà comprendere la sua bravura al pubblico italiano, che finora l’ha visto poco. Chris Hemsworth si erge nella sua prestanza e non gli si chiede altro. Nanetti vari, anche poco simpatici, cercano di costituire un trait d’union con Biancaneve, che non si vede mai ma si sa che aspetta chiusa nel castello che un Principe si dia da fare. Il discorso delle donne padrone del loro destino si perde quindi un po’ e tirata per i capelli è la tesi che la malvagità delle due regine sia conseguenza della cattiveria maschile. Elemento che invece nel primo film aveva costituito la sua fonte d’interesse, gettando le basi per la più riuscita rilettura di Maleficent, film alla cui realizzazione ha lavorato lo stesso team di produttori. Quanto alle due protagoniste principali, le due stupende Regine, Emily Blunt nel suo grigiore azzurrino ricorda Elsa e come Elsa non riesce a essere davvero malvagia. La batte in appeal la spettacolare Charlize Theron, lei sì davvero malefica nell’animo, per la quale la costumista e il truccatore hanno creato “mise” davvero eccelse. Visto che il Male non muore mai, potrebbe anche esserci un sequel.