Into the Woods: Recensione

Di   |   02 Aprile 2015
Into the Woods: Recensione

Attento a ciò che desideri

Ma quanta gente c'è, in giro per la Magica Foresta Incantata, la mitica folta impenetrabile foresta che inevitabilmente prima o poi i personaggi delle fiabe più famose hanno attraversato, nella quale sono fuggiti, si sono persi e ritrovati, si sono nascosti, sono stati uccisi o hanno incontrato il principe per la vita. In Into the Woods, trasposizione cinematografica del famoso musical scritto dal mitico Stephen Sondheim, sono tanti, tutti i protagonisti delle più famose fiabe di Perrault e dei Fratelli Grimm, nella loro versione più fedele all'originale, quindi con dettagli più sanguinosi, che però si incrociano e interagiscono in modo anomalo.


Così avremo un fornaio (James Corden) e la sua bella moglie (Emily Blunt) che si stanno adoperando per sciogliere un incantesimo che impedisce loro di avere figli. La maledizione era stata formulata da una strega (Meryl Streep), che aveva rapito la sorellina del fornaio, rinchiudendola in una torre per salvarla dal mondo. L'aveva chiamata Raperonzolo (MacKenzie Mauzy). Ma un principe (Billy Magnussen) si innamora di lei ascoltando il suo canto e la fa fuggire. Intanto il fratello maggiore di questo principe (Chris Pine) ha le sue gatte da pelare, perché è alla ricerca di Cenerentola (Anna Kendrick), di cui si è innamorato, che si ostina a fuggire dalle sue feste, finché non riesce a impossessarsi di una sua scarpina, che proverà invano alle perfide sorellastre dell'amata (Lucy Punch e Tammy Blanchard), incalzate dalla loro ancor più perfida madre (Christine Baranski). Nel bosco naturalmente transita anche Cappuccetto Rosso (Lilla Crawford), che non mancherà di incontrare il Lupo (Johnny Depp). Intanto un poverissimo ragazzino, Jake (Daniel Hufflestone), nonostante le sgridate della mamma (Tracey Ullman), per salvare la sua amata mucca finisce in possesso dei fagioli magici grazie ai quali sale fino al cielo e ruba l'oro dei Giganti. Dopo più di un'ora, il film sembrerebbe (potrebbe) concludersi, con la sistemazione di tutti i personaggi, che infatti si apprestano a "vivere per sempre felici e contenti". Ma irrompe sulla scena una gigantessa (Frances de la Tour) che si vuole vendicare di Jake. Tutto allora prende una direzione strana, perché tutto quell'andirivieni per il bosco, tutti quegli incontri non preventivati hanno dato luogo a differenti varabili sul lieto fine e parte una vana ricerca del colpevole, di colui le cui azioni per prime hanno provocato la catastrofe. Perché sul divertente, ironico intreccio precedente si inserisce un tema per così dire "morale", sulla responsabilità che abbiamo nei confronti del resto del mondo ("non sei solo" si sente cantare /dire spesso), sulle conseguenze dei nostri gesti come un effetto domino. "Cappello" finale un po' tirato per i capelli e che non riesce ad arrivare a segno, anche se un ottimo, variegato cast di prodiga con grande impegno, con esibizioni canore sorprendenti. Ma si sa che gli attori anglosassoni sanno davvero fare di tutto. Dirige Rob Marshall, grande professionista, all'attivo cose come Chicago e Nine ma anche uno dei Pirati dei Caraibi, mettendo mano a un progetto che risale a molti anni fa e ad altre case di produzione, per il quale altri cast erano stati pensati. Canzoni non memorabili, splendidi la fotografia, la scenografia, i costumi e il make-up. In Italia viene distribuito doppiato con le parti cantate sottotitolate.

 

Giudizio

  • Riuscito a metà
  • 6/10

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