Quello che non so di lei
Conosci te stesso?
di Giuliana Molteni •
Delphine, ancor bella scrittrice di mezza età, è esaurita dal tour promozionale del suo ultimo libro, dalle infinite sessioni di firma, dall’invadenza degli ammiratori, dalle feste e dalla forzata socialità. Ha raccontato molto di sé, della sua famiglia, della madre (quale rapporto più intimo e segreto), anche troppo. Ma adesso la sua vita è vuota o così la percepisce la donna, che ha pure un fidanzato sempre in giro per il mondo, a intervistare altri noti scrittori. Incontra casualmente una misteriosa, affascinante giovane donna (che nell’originale si chiama Elle e nel doppiaggio diventa Leila, perdendo il gioco di parole originale), che di mestiere afferma di essere una ghost writer. Bisognosa di una spalla, di una segretaria, di un’assistente, di una confidente, Delphine scivola in un’intimità sempre più stretta con la ragazza, delegandole parti sempre maggiori della propria vita. Quando si accorgerà di essere andata oltre, potrebbe essere difficile tornare indietro. Ma resta il dubbio: dove era in effetti andata Delphine? Quando sul frontespizio di un romanzo compare la dicitura “ tratto da una storia vera” (che è il titolo originale del film e del romanzo di Delphine de Vigan), cosa si intende davvero? Quello che non so di lei non è un semplice thriller psicologico, come si sarebbe banalmente tentati di supporre (i casi sono classicamente due, Elle esiste o è una proiezione della protagonista) ma una speculazione sulla figura dello scrittore: a che punto si può arrivare seguendo la necessità di vivere ciò che si scrive, anche con imbarazzo a volte, perché si coinvolgono persone che non sono d’accordo con lo svelamento dei propri “panni sporchi”? Il foglio vuoto con la barra che lampeggia ansiogena riflette il vuoto di chi le sta davanti, in qualche modo anche estremo quel vuoto va riempito. La sceneggiatura, scritta con fredda eleganza da Olivier Assayas, insieme a Polanski, fra figure femminili che si rispecchiano e mestieri da “alter ego”, sembra rimbalzare fra film con L’uomo nell’ombra e Personal Shopper, ma tratta in fondo del percorso del processo creativo. Se lo scrittore è un parassita, guai a togliergli la materia prima da cui trarre nutrimento.
cerebrale
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